di Gigi Borgiani, direttore
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Domenica 30 Aprile scorsa è stato celebrato a Roma in piazza S. Pietro alla presenza di Papa Francesco il 150° anniversario di fondazione dell’Azione Cattolica Italiana. Oltre 100.000 persone tra adulti, giovani e ragazzi, segno rappresentante di una estensione associativa su tutto il territorio nazionale. Perché parlo di questo? Per una mia appartenenza associativa ma soprattutto per alcune sottolineature a quanto ha detto Papa Francesco. Comprendiamo bene che le sue parole non sono mai rivolte a “qualcuno” ma a tutti.

Un primo aspetto che ci può aiutare anche nel nostro impegno è il fatto che ancora una volta il Papa ha invitato ad essere dinamicamente missionari.  Dobbiamo sentire in maniera forte che il nostro, i nostri servizi, la nostra disponibilità rispondono al compito, di tutti i battezzati, dell’evangelizzazione. In questo trova consistenza lo stare con le persone e nelle situazioni di maggiore fragilità. Nelle opere di misericordia che compiamo quotidianamente non deve celarsi un semplice servizio “sociale” ma deve manifestarsi il segno di una presenza/testimonianza evangelica che libera le persone dal disagio, dalla fragilità, dalla solitudine. “Stare con”, lo abbiamo detto tante volte, non è assistere ma accompagnare, sollevare, dare senso e speranza. Per questo il nostro essere operatori, volontari, collaboratori deve avere questo segno della missionarietà.

Un secondo aspetto da rilevare nelle parole del Papa è l’insistenza sulla parrocchiache non è una struttura caduca” ma “è presenza ecclesiale nel territorio, ambito dell’ascolto della Parola, della crescita della vita cristiana, del dialogo, dell’annuncio, della carità generosa, dell’adorazione e della celebrazione”. “La parrocchia è lo spazio in cui le persone possono sentirsi accolte così come sono, e possono essere accompagnate attraverso percorsi di maturazione umana e spirituale a crescere nella fede e nell’amore per il creato e per i fratelli”. Parrocchia quindi come presenza attiva nel quotidiano, come punto di riferimento per l’apertura verso realtà più ampie e complesse. Come luogo privilegiato di esercizio della carità: perché l’azione caritativa non può continuare ad essere delegata a strutture specifiche ma deve essere agita dalla comunità cristiana. E questa non è una entità vaga o generica ma deve essere comunione vivace e visibile di persone che condividono, che crescono, che scelgono di andare in missione. Ogni iniziativa, ogni proposta, ogni cammino di evangelizzazione devono “trovare casa” nel luogo più semplice e immediato, per irradiarsi nel mondo.

E a questo punto si inserisce un ultimo aspetto evidenziato dal Papa: l’impegno politico.Sentite forte dentro di voi la responsabilità di gettare il seme buono del Vangelo nella vita del mondo, attraverso il servizio della carità, l’impegno politico – mettetevi in politica, ma per favore nella grande politica, nella Politica con la maiuscola! – attraverso anche la passione educativa e la partecipazione al confronto culturale. Allargate il vostro cuore per allargare il cuore delle vostre parrocchie. Siate viandanti della fede, per incontrare tutti, accogliere tutti, ascoltare tutti, abbracciare tutti. Ogni vita è vita amata dal Signore, ogni volto ci mostra il volto di Cristo, specialmente quello del povero, di chi è ferito dalla vita e di chi si sente abbandonato, di chi fugge dalla morte e cerca riparo tra le nostre case, nelle nostre città”. “Nessuno può sentirsi esonerato dalla preoccupazione per i poveri e per la giustizia sociale”.

Su questo ultimo aspetto tengo a riproporre quanto, come Auxilium, abbiamo fatto in questi ultimi mesi, ovvero le azioni di sostegno relative alle forme di contrasto alla povertà (vedi introduzione del Reddito di Inclusione) e la nostra opposizione all’azzardo.