Gigi Borgiani, coordinatore del Tavolo Giustizia e Solidarietà, firma il Protocollo di Intesa per la realizzazione degli Obiettivi dell’Agenda 2030 in Liguria (24/05/2019 – Palazzo della Meridiana).

di Gigi Borgiani

Il Festival per lo Sviluppo Sostenibile promosso in tutta Italia da Asvis per diffondere gli obiettivi, i messaggi e gli impegni contenuti nell’Agenda 2030 ha avuto un buon successo anche a Genova grazie all’impegno del Tavolo Giustizia e Solidarietà, coordinato da Caritas, che ha saputo mettere in rete non solo le sigle appartenenti al Tavolo ma soprattutto il Comune, alcune imprese, aziende, l’Università e piccole associazioni che da tempo sono impegnate sul nostro territorio su progetti sostenibili. Questo successo ci insegna che insieme si può. Una dimostrazione che, come ci indica Papa Francesco, “ai problemi sociali si  risponde con reti comunitarie, non con la mera somma dei beni individuali” (Laudato si’, 219) e che, come ha detto recentemente il nostro Arcivescovo, “nessuno può dire meglio soli che insieme”.

Cosa c’entra Auxilium con lo sviluppo sostenibile? E’ domanda pertinente ed immediata. La risposta, tuttavia, è altrettanto rapida perché, se guardiamo alla parte del pianeta più povera, quella che in qualche modo cerchiamo di “servire”, non è difficile concludere che le questioni dei più deboli devono essere inquadrate in una dimensione più ampia, globale. Se Agenda 2030 è progetto che connette economia, ambiente e società, è chiaro che lavorare per un mondo più equo, pulito e unito è vantaggio per tutti e quindi anche per coloro che rischiano di essere esclusi e che, in ultima analisi, sono sempre i primi a soffrire di un modello economico ormai non più sostenibile, di un degrado ambientale sempre maggiore, di un clima sociale deviato da paure, sfiducia, individualismo, egoismo  ed indifferenza.

Ci sono risorse per tutti, basta permettere una equa ridistribuzione. L’ambiente si può risanare (a patto di interventi e comportamenti urgenti); l’economia può essere ricondotta a servizio dell’uomo e non viceversa; la società può diventare più umana se tutti si adoperano senza delegare, assumendo responsabilità e soprattutto prendendo consapevolezza che cambiare si può, che si può stare tutti meglio.

La povertà. Da un certo punto di vista è insostenibile, se a questo aggettivo attribuiamo il significato di intollerabile, non ammissibile, insopportabile, fastidiosa, indecorosa. Dall’altro, è sostenibilissima, se compresa e inserita in quel cambiamento di mentalità, in quella conversione ecologica auspicata da Papa Francesco nella Laudato si’ perché tutti gli uomini-cittadini del mondo siano disponibili a mettere in gioco e in comune qualcosa per una umanità equilibrata. La sostenibilità della povertà, come detto, ha bisogno di un cambiamento di mentalità capace:

– di considerare il mondo “nostro” ma di tutti;
– di pensare che tutto è in relazione, anche i nostri comportamenti, i nostri gesti e quindi non pretendere di essere al centro e al primo posto; ogni nostra azione ha inevitabilmente ricadute sugli altri, nel bene e nel male;
– di dialogare, di cercare insieme i modi e i modelli di vita da condividere
– di aprire il cuore allo stare con le persone evitando discorsi e prese di posizione ripiegate su valori, spesso parziali, che non hanno bisogno di essere difesi ma “aggrediti” e testimoniati dai gesti quotidiani; 
– di un nuovo sguardo sul mondo, che potrà sopravvivere solo se ci saranno uomini e donne di buona volontà slegate da interessi di parte, da emozionalità, da indifferenza.

Quanto scritto non è un ricetta, sono alcuni aspetti che cerchiamo di praticare ogni giorno nel nostro agire accanto ai più fragili senza perdere di vista l’orizzonte e la complessa globalità in cui viviamo.