monastero-porta-santa

L’apertura della Porta Santa in Monastero, il 12 Marzo 2015

di Luigi Borgiani, direttore

(PDF)

Con la chiusura della Porta Santa in S. Pietro a Roma, si è concluso l’Anno Santo della Misericordia. Tempo di bilanci.

I numeri vanno decisamente in secondo piano. Non conta tanto quanti pellegrini hanno varcato la Porta Santa in tutte le periferie del mondo – come noto infatti Papa Francesco ha scelto di offrire nel modo più ampio possibile il pellegrinaggio – ma lo spirito con cui milioni di persone hanno compiuto il gesto del passaggio cui si suppone corrispondano gesti concreti di misericordia. Si tratta ora di fare in modo che l’impegno di riflessione e conversione compiuto diventi per ciascuno il primo passo per restare nelle braccia della misericordia del Padre e compiere con perseveranza quelle opere così necessarie per accompagnare persone fragili o “lontane” o in ricerca.

È quindi fondamentale una prima consapevolezza: tutto ciò che la Chiesa propone a ciascuno per vivere il Vangelo della gioia non è qualcosa di occasionale legato magari a momenti ed eventi particolari ma è una qualcosa di permanente. Da qui nasce la consapevolezza che operare, agire secondo misericordia può provocare continuamente non solo la nostra conversione e il nostro cammino di santità ma mettere in pratica quella cultura della cura e dell’amore sociale indicati da Papa Francesco nella Laudato si’. Siamo tutti di fronte alla decisione per quei piccoli gesti che possono trasformare l’uomo e il mondo. E ai piccoli gesti quotidiani di ciascuno si devono associare scelte d’impegno e di testimonianza collettive in modo da amplificare i gesti, in modo da incidere più efficacemente sulla vita della Chiesa e su quella sociale. Papa Francesco sottolinea che “le questioni sociali si possono risolvere solo con reti comunitarie”. Ecco che diventa fondamentale convergere su temi e azioni che favoriscano soluzioni ampie, prospettive ricche di giustizia e di speranza.

In altre parole: è importante il piccolo gesto personale ma è urgente che ci si metta insieme, ad esempio per ascoltare il grido dei poveri, per aiutare i più giovani nel cammino verso scelte coerenti, per contrastare fenomeni inquietanti (vedi gioco d’azzardo), per costruire quella coesione sociale che manca al nostro paese.

La stagione della misericordia continua. Il percorso fatto in questo anno ha pulito le lenti con cui guardare l’uomo e il mondo; ha aperto le porte per parole e gesti che altro non sono che le porte per le relazioni, per l’armonia delle differenze, per il riconoscimento dell’altro, per aprire nuovi sentieri di fraternità universale.

Molti ricorderanno che nel marzo scorso anche il Monastero dei SS. Giacomo e Filippo (sede di Auxilium) è stato per un giorno Porta Santa. Al Monastero, come nelle altre strutture, si moltiplicano ogni giorno opere di misericordia. Opportunità che possono essere condivise in modo ancora più ampio per accompagnare le persone accolte attraverso uno “stare con” che supera le condizioni di emergenza e le fragilità.

Il pellegrinaggio alla Porta Santa della Cattedrale compiuto pochi giorni fa con le persone senza dimora e con le persone migranti e rifugiate manifesta non solo la necessità, l’urgenza di fare qualcosa ma soprattutto il bisogno di affetto e di compagnia di queste persone, che hanno perso tutto ma non il desiderio di esistere con quella dignità e umanità che è diritto di tutti.