di Massimiliano Guidotti

Nell’Area Persone Straniere della Fondazione Auxilium il mese di Ramadan è sempre il periodo più caldo dell’anno, anche quando non cade tra la primavera e l’estate (come quest’anno), perché, ormai da più di dieci anni, abbiamo deciso di modificare l’organizzazione interna e la vita lavorativa per permettere ai nostri ospiti, per quanto possibile, di rispettare la propria tradizione religiosa e culturale. Intanto è necessaria una precisazione in merito a quando cade il Ramadan: poiché l’evento segue il calendario lunare, che è quello utilizzato nei paesi islamici, l’inizio del mese di digiuno diurno viene anticipato di una settimana ogni anno (per il nostro calendario). Se quest’anno, infatti, ha avuto inizio il 27 maggio, l’anno prossimo inizierà intorno al 19/20 dello stesso mese, e così andrà a ritroso di circa una settimana per ogni anno del calendario solare. Da ciò si evince che non cadrà sempre nei mesi più caldi ma, a rotazione, in ogni periodo dell’anno.

Dei quasi 60 ragazzi ospitati nel centro di accoglienza della Fondazione Auxilium, quasi tutti aderiscono al Ramadan, con la conseguenza che sono tenuti ad osservare l’astinenza dal cibo, dall’acqua e dal fumo a partire dall’alba fino al tramonto; potranno sfamarsi e dissetarsi soltanto al tramontare del sole e dovranno tassativamente cessare prima che il sole sorga. Da questa prassi si possono astenere coloro che hanno problemi di salute e devono assumere medicinali; chi lavora, invece, deve osservarla resistendo alla tentazione di alimentarsi o anche di bere un solo sorso d’acqua durante la giornata.

Da alcuni anni, come dicevamo, abbiamo deciso di assecondare l’esigenza della maggior parte dei nostri ospiti che, da musulmani, ripongono nell’osservanza del Ramadan un valore molto importante. In particolare, per il pasto notturno, cerchiamo di concordare con la Cooperativa Emmaus (che ci fornisce abitualmente i pasti) alimenti consoni al particolare momento: questo per evitare, da un lato, spreco di cibo non adatto e, dall’altro, troppi disagi alle persone osservanti che, in periodo di Ramadan, sono soggetti a stress e fatica dovuta all’astinenza diurna. Anche da parte della struttura, però, si affronta ogni anno uno sforzo organizzativa per supportare gli ospiti nello svolgimento dell’osservanza: ma, tra alti e bassi, questa fatica condivisa è un tentativo di avvicinamento tra mondi che, si spera, diventino sempre meno distanti.