di Gigi Borgiani
direttore

La recente introduzione del Reddito d’Inclusione (Rei) approvato dal Governo il 29 Agosto scorso, ha dotato il nostro Paese della prima misura nazionale, strutturale, contro la povertà assoluta. Si tratta di un risultato di grande portata, dopo decenni di disinteresse della politica italiana nei confronti delle persone e famiglie in povertà assoluta. Questo esito è frutto dell’impegno di Governo e Parlamento, con i quali l’“Alleanza contro la povertà in Italia” – di cui Caritas Italiana è ente promotore – ha fattivamente collaborato: il disegno del Rei, infatti, riprende numerosi aspetti della misura proposta da tempo dall’Alleanza, il Reddito d’Inclusione Sociale (Reis). La gravità dei ritardi accumulati nel passato, tuttavia, fa sì che vi siano ancora passi significativi da compiere. Le risorse sinora rese disponibili, infatti, permettono di seguire la proposta dell’Alleanza solo in modo parziale. Ad oggi, infatti, il Rei è destinato a raggiungere esclusivamente una minoranza delle persone che potrebbero averne diritto, solo il 38% dei poveri assoluti. Escluso anche il 41% dei bambini in povertà. Nonostante il risultato ottenuto e la relativa soddisfazione, quindi, non bisogna dormire sugli allori. Fin qui la perseveranza, sostenuta dalla convergenza di decine di associazioni quale voce e pensiero di milioni di persone*, ha dato frutti decisivi ma ora ci indica che la strada aperta può essere percorsa per risultati migliori. Secondo l’Alleanza “serve un Piano fino al 2020, con 5 miliardi in più per fornire risposte adeguate”. Come già ribadito anche su questo sito, oltre che sulle pagine de Il Cittadino, non si tratta solo di erogare sostegni economici ma di avviare percorsi che permettano una reale inclusione sociale. È un problema che riguarda tutti e che non è solo questione di giustizia sociale ma è sostegno alla crescita economica del Paese che può appunto crescere solo se insieme diamo vita ad una società equilibrata e coesa.

PER LA GRAVE EMARGINAZIONE, 20 MILIONI DI EURO ALL’ANNO DAL 2018
Un’ultima, importante, annotazione va fatta a proposito delle persone senza dimora. Dallo stesso Fondo contro la Povertà che finanzia il Rei, il Consiglio dei Ministri ha approvato dal 2018 lo stanziamento di 20 milioni annui a favore della grave emarginazione. “Questi stanziamenti – si legge sul sito di fio.PSD – Federazione Italiana Organismi Persone Senza Dimora, che valuta positivamente la decisione – si sommano ai fondi (50 milioni di euro per due anni) che i Comuni e le Regioni riceveranno dal Ministero a partire dal prossimo mese di settembre per sostenere politiche innovative per le persone senza dimora (housing first e housing led per le politiche abitative, ma anche nuovi modi di accogliere e incontrare le persone per strada e nei servizi di bassa soglia, rimettendo al centro la persona, la sua dignità e i suoi diritti)”.

(*) L’Alleanza contro la povertà in Italia è promossa da oltre 35 associazioni tra cui ACLI, Azione Cattolica, Caritas Italiana, Cgil-Cisl-Uil, Cnca, Comunità di Sant’Egidio, Confcooperative, Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome, Federazione Nazionale Società di San Vincenzo De Paoli, fio.PSD, Jesuit Social Network, Save the Children, Umanità Nuova-Movimento dei Focolari. Da questo è facilmente desumibile che essa rappresenti davvero milioni di persone.

Qui il dettaglio delle misure introdotte con il Rei.