di Gigi Borgiani, direttore
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Parlando alla sessione conclusiva del seminario “Il diritto umano all’acqua: uno studio interdisciplinare sul ruolo centrale delle politiche pubbliche nella gestione dell’acqua e dei servizi ambientali”, Papa Francesco ha usato parole forti per far “prendere coscienza del bisogno di acqua e del suo valore essenziale per il bene dell’umanità”.

Quello dell’acqua – ha sottolineato il Santo Padre – “è un problema che riguarda tutti”, rilevando che il diritto all’acqua implica anche il dovere a tutelare questa risorsa naturale. Il Papa ha citato cifre diffuse dall’Onu: “Mille bambini muoiono ogni giorno a causa di malattie collegate all’acqua; milioni di persone consumano acqua inquinata”. E ancora: “È urgente prendere coscienza del bisogno di acqua e del suo valore essenziale per il bene dell’umanità; occorre unire tutte le nostre voci in una stessa causa; non saranno più voci individuali o isolate, ma il grido del fratello che reclama per mezzo di noi, è il grido della terra che chiede il rispetto e la condivisione responsabile di un bene, che è di tutti”. A conclusione, il Papa rivolge un invito: “In questa cultura dell’incontro, è imprescindibile l’azione di ogni Stato come garante dell’accesso universale all’acqua sicura e di qualità. Dio Creatore non ci abbandona in questo lavoro per dare a tutti e a ognuno accesso all’acqua potabile e sicura”.

Questo ultimo passaggio, ma direi tutto il discorso del Papa, rimanda in modo chiaro alla Laudato si’, documento che potrebbe, dovrebbe essere ripreso nel tempo di Quaresima. Perché, scrive Francesco nel messaggio dedicato alla Quaresima 2017: “La Quaresima è un tempo propizio per aprire la porta ad ogni bisognoso e riconoscere in lui o in lei il volto di Cristo”. E l’enciclica è una fonte di riflessione ma è soprattutto un continuo invito all’impegno e alla responsabilità verso l’altro, verso la casa comune in cui ogni altro ha il diritto di vivere con quella libertà, dignità e giustizia cui tutti aspiriamo. E altro è chiunque “non ha”, chi “non ha più”, chi “non ha mai avuto”; altro sono i beni che devono essere condivisi da tutti.

Quanto mondo, lontano e vicino a noi, è in condizione di “non avere”! Quello dell’acqua è uno dei tanti temi aperti che richiedono responsabilità globale che altro non è che il risultato dei tanti gesti buoni che compiamo ogni giorno. Sappiamo che queste gocce possono portare un mare di bene. Non dobbiamo quindi smarrire la dimensione globale delle questioni. Il Papa dice di “unire le voci”! Ecco il grande impegno che ci interpella. La questione dell’acqua poi è uno degli “Obiettivi per lo sviluppo integrale” proposti dall’ONU per il 2030 (Obiettivo 6: Garantire a tutti la disponibilità e la gestione sostenibile dell’acqua e delle strutture igienico-sanitarie). L’Agenda 2030 deve diventare la nostra agenda! Ci torneremo.