Mercoledì 12 Ottobre, al Monastero dei SS. Giacomo e Filippo, Auxilium ha inaugurato il nuovo anno sociale insieme alla Caritas Diocesana e alle realtà che collaborano alla sua opera, i Volontari per l’Auxilium, l’Associazione per l’Auxilium, le cooperative sociali Il Melograno ed Emmaus Genova. Una serata molto semplice, condivisa con i sostenitori, i volontari, gli operatori e le persone accolte, aperta dalla celebrazione della S. Messa in cappella e conclusa con la presentazione del primo Bilancio Sociale di Auxilium e con un aperitivo preparato da Emmaus Genova.

Bilancio Sociale 2015La S. Messa è stata celebrata dal nuovo parrocco di S. Fruttuoso, don Alessandro Campanella che, per l’occasione, ha fatto ufficialmente il suo ingresso al Monastero, realtà che ricade nel territorio parrocchiale a lui affidato. “Grazie per le belle parole di accoglienza – ha esordito don Alessandro, rispondendo al saluto del direttore di Auxilium, Borgiani – specialmente per aver detto che Don Alessandro ‘è entrato in Monastero‘. Effettivamente è vero nei fatti e anche come realtà spirituale, preziosa per me e per tutti. Ciascuno di noi infatti ha bisogno di entrare nel monastero, quel monastero interiore che richiama alle grandi verità di Dio, che riafferma il primato di Dio nella nostra vita, nel silenzio, nel raccoglimento, nella lode, nella capacità di un apparente distacco, perché il monastero richiama alla realtà del cielo. Ne abbiamo bisogno? Sì, ne abbiamo bisogno per entrare e poi poter uscire. Papa Francesco ci chiede di uscire, ci manda nelle periferie esistenziali dell’uomo. E forse non dobbiamo andare tanto lontano perché ognuno di noi vive il bisogno di instaurare una relazione e sono tante le persone povere di relazioni. Prima di uscire allora dobbiamo entrare, entrare in relazione con Dio. Nella Lettera di S. Paolo che la Liturgia ci propone oggi leggiamo il richiamo ad una comunità lacerata, divisa, richiamo che può valere anche per le nostre comunità. A tutti, S. Paolo indica il frutto dello Spirito: ‘amore, gioia, pace, magnanimità, benevolenza, bontà, fedeltà, mitezza, dominio di sé’. Anche noi abbiamo bisogno di riscoprire il frutto dello Spirito per vincere le divisioni. Lo Spirito ci aiuta a non perdere la nostra identità, ad essere noi stessi ma mettendoci a servizio degli altri, nel nome di Gesù. Se la nostra vita è servizio e amore, allora i frutti dello Spirito si sentono e si vedono eccome. Sanano le divisioni in nome di Dio, grazie alla sua forza aggregante. La grande sfida dello Spirito ci riguarda tutti, certo ognuno nel suo ruolo e con le sue peculiarità, ma la capacità di servire l’uomo come ha fatto il Signore Gesù è data a tutti.”
“Il monastero di ciascuno – ha continuato don Alessandro –  è il posto in cui fare silenzio, in cui vedere la luce di Gesù, dare senso a tutte le nostre opere. Oggi voi iniziate il vostro anno sociale con questa bella assemblea eucaristica. Ogni mercoledì poi avrete la possibilità di ritrovarvi qui per la Messa settimanale. Vi invito ad approfittarne: è una risorsa essenziale per vivere e servire, facendo sintesi davanti a Gesù, per rimotivarci e ricaricarci. bilancio-sociale-slider-ridPer me è una ricchezza avere nel nostro territorio il Monastero. Ero già venuto alla vostra porta per conoscervi, appena arrivato, senza preavviso. Ho trovato una bella accoglienza e mi sono reso conto che questo luogo è una punta di diamante per la Chiesa genovese. Dobbiamo esserne riconoscenti a chi ha voluto e avviato tutto questo, a chi ha voluto non tanto una struttura e una organizzazione ma una entità viva e organica che vuole dare risposte, certo, ai bisogni primari ma ancora di più alla vera dignità e identità delle persone che qui trovano aiuto, come figli di Dio. Sentiamo tutto questo e avvertiamo nuovo vigore invocando i frutti dello
pirito per noi, per tutti, per la Chiesa di cui facciamo parte.”
Luigi Borgiani e Alberto Mortara hanno poi presentato le linee generali del primo Bilancio Sociale di Auxilium, uno strumento che aiuta a comprendere l’opera della Fondazione nei numeri e soprattutto nel senso della missione che le è affidata: soccorrere l’uomo nel disagio, accompagnarlo nei percorsi difficili, ricucire le sue relazioni, ristabilire la sua dignità e, ogni volta che sia possibile, la sua autonomia. Un primo bilancio, dunque, per non sentirsi solo una struttura ma – secondo le parole dello stesso don Campanella – entità che vive della prossimità dell’uomo all’uomo, nel nome di Gesù.