di Luigi Borgiani, direttore
(PDF)

Il 19 settembre 2016 si è svolto a New York, alle Nazioni unite, un vertice mondiale dedicato al tema dei rifugiati e dei migranti nel mondo. È positivo il fatto che i capi delle nazioni abbiano deciso di dedicare a questo tema un’intera giornata dei lavori dell’annuale Assemblea generale. Sono state pronunciate belle parole. Il Segretario Generale dell’Onu, Ban Ki-Moon, ha detto che “migranti  e rifugiati non sono un peso, ma un grande potenziale, se solo venisse sbloccato” e che “dobbiamo cambiare il modo in cui pensiamo a migranti e rifugiati“, precisando che il vertice rappresenta “una svolta“. “Stiamo assistendo alla peggiore crisi umanitaria dalla Seconda guerra mondiale“, ha ricordato in apertura della riunione il Presidente dell’Assemblea generale, Peter Thomson, sostenendo che “la comunità internazionale non può fallire con persone in fuga da guerra e violenza”. Ha fatto eco a queste parole il Presidente USA Barack Obama che, tra l’altro, ha messo in evidenza che il fenomeno migratorio “ha genesi in fallimenti, tensioni e persecuzioni internazionali” e che occorre fare di più. Bontà sua! Chissà perché non ha usato le parole guerra, interessi, traffico di armi…!!! E perché si continua a tollerare che gli stessi Stati membri dell’Onu alzino barriere e a non vedere il fenomeno migratorio in termini davvero risolutivi ed umanitari!!!

Il premier Renzi ha detto che c’è la massima attenzione, che l’Italia farà la propria parte e che occorre fare di più per arginare i flussi e collaborare con gli stati di origine. Speriamo non siano solo parole e che l’assemblea politico-diplomatica avvicini di più il palazzo (di vetro) alla realtà e che ascolti la voce rappresentata da oltre 1,2 milioni di firme raccolte, su iniziativa dell’Unhcr, in tutto il mondo per chiedere ai leader mondiali di garantire i diritti dei rifugiati, e precisamente “che tutte le famiglie di rifugiati abbiano un luogo sicuro in cui vivere, che tutti i bambini rifugiati abbiano accesso all’istruzione e che tutti i rifugiati possano lavorare o formarsi”. Le firme sono state consegnate alle Nazioni Unite qualche giorno prima del vertice, che si è fatto carico della questione e ha portato ad impegni espliciti per definire due “Global Compact” nei prossimi due anni: uno sui rifugiati e uno per la migrazione sicura, ordinata e regolare.

Intanto, però, milioni di rifugiati e migranti ed i paesi da cui – e verso cui – si muovono non possono aspettare così a lungo per il cambiamento da attuare sul campo. Occorre agire con urgenza, fare il possibile da subito. Nel nostro piccolo dopo l’incontro con padre Mauro Armanino (SMA – Società Missioni Africane), proseguiamo nel nostro impegno di accoglienza, di integrazione e di informazione perché il fenomeno non resti nelle parole dei politici e nelle tristi affermazioni di coloro che non vogliono vedere la realtà, che sono disturbati e scomodati  da tutti coloro che bussano alla porta per chiedere una vita dignitosa. E non si dica che quando scriviamo “tutti” pensiamo solo ai migranti! Oggi sono loro a gridare l’inequità ormai padrona del mondo, ma restano tutte le altre manifestazioni di povertà, a cui Caritas e Auxilium si dedicano attivamente ogni giorno. Oggi, però, sono i migranti ad invadere la mente e il cuore, a fomentare paure troppo spesso originate nell’ignoranza delle questioni e nella indifferenza del quieto vivere. Occorre cambiare il modo di pensare, di guardare la realtà, occorre cambiare le lenti ma avere anche occhi di misericordia, avere la certezza che “anche una sola goccia d’acqua cambia il livello del mare” (Santa Madre Teresa), avere la certezza che il bene è più contagioso del male, però bisogna volerlo e farlo!

Senza dimenticare “i poveri di casa nostra”, proseguiamo dunque con la campagna “Tra il diritto di rimanere nella propria terra e il dovere di accogliere”, insieme di azioni condotte (con altri) dal Tavolo Giustizia e Solidarietà di Genova, di cui fanno parte anche Caritas Diocesana e Auxilium, con un duplice scopo: crescere nel pensiero (informazione e formazione) e nell’azione, imparando ad accogliere sempre meglio in casa nostra ma anche a soccorrere le urgenze nei paesi di partenza. Per questo continuiamo a sostenere l’opera che la SMA svolge a Niamey, in Niger, proprio grazie alla presenza missionaria di P. Armanino a favore dei migranti di ritorno, coloro che, dopo aver tentato di emigrare, spesso a prezzo di profonde sofferenze, falliscono nel loro progetto e tornano in patria senza più nulla.

Per sostenere il progetto a Niamey:
Conto corrente bancario – IBAN: IT81F0617501400000003364480 – Banca Carige – Sede di Genova – Intestato: Arcidiocesi di Genova Caritas Diocesana – Causale: “Micro C105 – Niamey/Niger”.