Ci sono santi meno “noti” di altri. Probabilmente Santa Bakhita è tra questi e invece andrebbe conosciuta meglio, come la condizione che subì da bambina: la tratta di essere umani, realtà spesso nascosta o dimenticata.

Di Santa Bakhita, protettrice di tutte le donne e gli uomini che sono venduti come schiavi nel mondo, la chiesa fa memoria ogni 8 febbraio, data nella quale ricorre la Giornata mondiale di preghiera e riflessione contro la tratta di persone promossa dalle Unioni Internazionali delle Superiori e dei Superiori Generali (UISG) e coordinata da Talitha Kum, la rete internazionale fondata dalla UISG e impegnata contro la tratta di persone.

L’appuntamento diocesano per S. Bakhita è appunto fissato per mercoledì 8 febbraio: a partire dalle 17.30, presso la Basilica delle Vigne, celebrazione della S. Messa, testimonianze e condivisione, cena nel chiostro.

La rete genovese e il progetto Hope this Helps
Giunta alla sua nona edizione, nel capoluogo ligure la Giornata è animata da Fondazione Auxilium, Comunità Papa Giovanni XXIII, Gruppo Rialzati e da molte altre realtà territoriali che portano avanti il Progetto “Hope This Helps – Il sistema Liguria contro la tratta e lo sfruttamento minorile”, promosso da Regione Liguria e finanziato dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri – Dipartimento per le pari opportunità.

Il progetto, a carattere regionale, offre diversi servizi rivolti alle persone vittime di tratta e di sfruttamento (persone singole, nuclei mono parentali e minori stranieri non accompagnati). Si articola in diverse azioni volte alla pre-identificazione delle potenziali vittime e all’emersione di coloro che già lo sono, grazie alle attività delle unità di strada operative su tutta la regione e all’assistenza delle stesse tramite lo sportello dell’unità operativa regionale. È presente inoltre una rete di accoglienza che si articola in strutture sul territorio ligure, che garantiscono anonimato, protezione e presa in carico educativa.

Il tema 2023 – Camminare per la dignità
Tema della Giornata 2023 è “Camminare per la dignità”, un invito a “camminare con le popolazioni migranti – si legge sul sito ufficiale preghieracontrotratta.org – come pellegrine e pellegrini della dignità umana, pellegrini di speranza, insieme, giovani, adulti e bambini, persone di diverse tradizioni religiose, diverse culture ed età.”

Nel 2022 le situazioni di crisi si sono aggravate e il numero di persone che soffrono la violenza della tratta è aumentato. “Le cause sono riconducibili a conflitti armati, violenze generalizzate, crisi climatico-ambientale ed economica.

Chi tenta di fuggire in cerca di sicurezza o di lavoro si trova in balia di sé stesso, con leggi insufficienti che tutelino i migranti, presi nelle trame delle reti tessute dai trafficanti, che hanno incrementato l’uso della tecnologia informatica per il reclutamento e lo sfruttamento, adescando le vittime sulle reti sociali e diffondendo in internet falsi annunci di lavoro. In questo contesto siamo chiamati a tenere viva la speranza e i valori che orientano il nostro essere ed agire.”

Camminare per la dignità significa “riconoscere i processi che inducono allo sfruttamento e alla tratta di persone; scoprire i percorsi di cura, inclusione ed empowerment; promuovere azioni anti-tratta; costruire insieme una cultura dell’incontro che porti alla conversione dei cuori e a società inclusive.”

Cos’è la tratta
La tratta di esseri umani è il processo attraverso il quale le persone sono costrette o attirate da false prospettive, reclutate, trasferite e forzate a lavorare e vivere in condizioni di sfruttamento o di abuso. È una realtà complessa, spesso legata alla migrazione.

Le vittime della tratta possono essere costrette allo sfruttamento sessuale, ai matrimoni infantili, precoci e forzati o allo sfruttamento lavorativo in vari ambiti come ad esempio nei settori domestico, agricolo, alberghiero, minerario e manifatturiero, dell’edilizia o della pesca. La tratta di persone può inoltre implicare il traffico di organi, l’accattonaggio, il reclutamento di bambini e giovani per i conflitti armati.

Santa Bakhita
Santa Giuseppina Bakhita, sudanese, nata nel 1869, attorno all’età di 9 anni fu rapita, fatta schiava e sottoposta a violenti maltrattamenti. Comprata dal console italiano, nella cui famiglia riconquistò rispetto e pace, giunse in Italia dove fu affidata alle Suore Canossiane. Qui maturò la vocazione religiosa fino ad entrare nell’ordine e fare professione perpetua. Morì nel 1947, dopo una vita spesa a servizio di poveri e sofferenti, testimoniando l’amore di Dio nei servizi di cucina, cucito, ricamo e portineria. Nel 2000 è stata proclamata Santa da papa Giovanni Paolo II ed oggi è la protettrice di tutte le donne e gli uomini che sono venduti come schiavi nel mondo.