di Emanuele Barisone, direttore

Come on up for the rising
Come on up lay your hands in mine

Coraggio risorgiamo, coraggio metti le tue mani nelle mie”, canta così Bruce Springsteen nella sua The Rising del 2002. Ma queste parole non potrebbero anche essere le parole che Gesù ci rivolge in tanti passi del Vangelo e soprattutto in questi giorni di avvicinamento alla Pasqua?

Concentriamoci, ad esempio, su un particolare del testo della Passione: mentre Gesù viene condotto nel sinedrio Pietro lo segue, da lontano, attende fuori e, lì, rinnega il suo Maestro, una, due, tre volte. E, questa terza volta, accade qualcosa: al canto del gallo Gesù si volta e fissa lo sguardo su di lui.

Pietro rinnega il Signore perché non lo riconosce, perché, nel dolore, deve mettere a fuoco un nuovo Gesù vinto dal potere. Il gallo canta, Gesù si volta e posa lo sguardo su Pietro e non lo abbandona al suo dramma ma, anzi, desidera che Pietro riconosca nel suo sguardo l’esistenza di una nuova possibilità, l’esistenza di un futuro nuovo.

Nel nostro piccolo, nella quotidianità di Fondazione Auxilium e della Rete che la affianca, proviamo a essere segno vivo e concreto di questa speranza, di questo giorno di Risurrezione; ogni giorno ci sono persone che hanno il coraggio di dire: “Metti le tue mani nelle mie e risorgiamo”. 

Lo dicono i Volontari per l’Auxilium ogni volta che accolgono una persona che suona al campanello della Casetta e degli altri servizi. Lo dice l’Associazione per l’Auxilium ad ogni iniziativa di sensibilizzazione e raccolta fondi. Lo dicono l’operatrice e l’operatore sociale della Coop. Soc. Il Melograno che ascoltano una mamma della comunità dopo una giornata storta, accompagnano una persona in difficoltà nel suo percorso di vita, un bambino nella sua crescita… Lo dicono gli addetti della Coop. Soc. Emmaus Genova che preparano i pasti e puliscono gli ambienti.  

Lo dicono le persone che lavorano negli uffici, controllano i bilanci e le rendicontazioni e svolgono servizio di segreteria portando avanti ogni pratica che ci permette di lavorare e camminare insieme, si occupano con cura e attenzione del personale, scrivono progetti sociali, sviluppano la raccolta fondi e promuovono i rapporti con i donatori e gli altri portatori di interesse; effettuano le manutenzioni affinché i nostri immobili storici, tutti dedicati all’accoglienza, restino sempre funzionali; raccontano, con parole e grafiche, questa quotidianità così speciale. 

Lo dice anche, ogni giorno, chi ha il grande coraggio di affidare le sue sofferenze a noi, credendo in una nuova possibilità.

Proviamo a farlo tutti i giorni perché crediamo in Gesù risorto, che si presenta ai suoi discepoli chiusi in una stanza: l’aria è pesante, entra e li saluta, per due volte, con le parole “Pace a voi”. Così facendo il Maestro testimonia che un nuovo giorno, un giorno che non c’era, è possibile.

E allora tutti noi auguriamoci di avere il coraggio di mettere le nostre mani nelle sue per risorgere a vita nuova.

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PS: sullo sguardo di Gesù a Pietro – e a tutti noi – vi invito a risentire l’intervento di suor Roberta Vinerba nel terzo incontro della Formazione diocesana per tutti, dal titolo “Gesù guarda sempre al bene che possiamo ancora fare” (15 febbraio 2025).

Su Gesù che si manifesta risorto ai suoi discepoli nel “giorno che non c’era” vi segnalo l’intervento di Donatella Turri, direttrice della Fondazione per la coesione sociale di Lucca, al recente Convegno delle Caritas Liguri (1 marzo 2025).

Due contributi ricchi, profondi, vitali e pieni di Pasqua.