di Luigi Borgiani, direttore

Siamo ormai nell’imminenza della Giornata diocesana della Solidarietà (12 Marzo) e, come noto, per disposizione dell’Arcivescovo, il Monastero sarà “Porta santa giubilare”. Un evento unico che rimanda ad alcuni profondi significati. Il Monastero (sede di Auxilium e luogo di accoglienza e assistenza) come luogo simbolico dell’azione di carità della nostra diocesi. Luogo non esclusivo ma di comunione, di condivisione. Per questo nel periodo di Quaresima in preparazione all’evento, abbiamo scelto di coinvolgere nelle tradizionali Messe del mercoledì sacerdoti che accompagnano il cammino di comunità, associazioni e gruppi che si dedicano al servizio fraterno dei poveri in città.

Porta aperta alla Misericordia, porta quindi di passaggio per noi credenti e pellegrini bisognosi di Misericordia. Porta aperta per prolungare nel nostro pellegrinaggio opere di misericordia. Opere che raggiungono i più deboli, i poveri, gli esclusi non per una serie di gesti ma per camminare con loro verso orizzonti di dignità e di futuro migliore. Porta quindi per uscire. Per sentirci parte di una Chiesa che spalanca le porta per accogliere ma anche per andare e per stare con le persone che aspettano la nostra compagnia. Una Porta di fraternità aperta per sconfiggere le paure; le paure nei confronti dell’altro; le diffidenze, le differenze che purtroppo sono vissute come ostacoli e non come opportunità e rispetto. Porta aperta alla responsabilità, perché senza responsabilità non può esserci fraternità. Porta aperta alla spiritualità e ai bisogni perché non possiamo mai separare la dimensione verticale dell’uomo da quella orizzontale. Ovvero coniugare l’amore di Dio con quello dei fratelli.

Non è difficile legare l’Anno della Misericordia con l’enciclica Laudato si’. Il dovere di coltivare e custodire la terra, la casa comune (affidata all’uomo e per l’umo) non è un mero fatto umano ma è passaggio che apre alla dimensione integrale dell’esistenza, al senso stesso dell’esistenza che non può essere consumata individualmente ma vissuta in pienezza. Porta Santa aperta quindi alla dimensione di una fede non teorizzata o solo personale ma una fede capace di dare senso al vissuto. Per questo apriamo la porta del cuore per cogliere i bisogni e per essere custodi dei beni comuni nel quotidiano.

Porta aperta quindi nei due sensi di marcia, di pellegrinaggio perché è porta aperta a tutti e per tutti. Le opere di Misericordia incentivate in questo anno di spiritualità non sono certo unidirezionali, ovvero da chi offre a chi riceve, ma sono orientate al passaggio sempre più determinante dal “dare a” allo “stare con”. Per questo è responsabilità di tutto noi che la Porta santa al Monastero non sia evento occasionale ma motivo di passaggio ad una vita spesa bene nella comunione, nella fraternità, nella solidarietà aperta al futuro.