di Gigi Borgiani
direttore
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Nella prolusione del nostro Arcivescovo al Consiglio permanente della Conferenza Episcopale Italiana, in qualità di Presidente, possiamo cogliere, tra i tanti, due spunti che ci riguardano in modo particolare: il riferimento alla crisi economica e alle relative condizioni di povertà e quello alla centralità della parrocchia come luogo primario di accoglienza.
“La crisi economica continua a pesare in maniera significativa sulla nostra gente – ha detto il Card. Bagnasco – specialmente sui giovani e sul Meridione. È doveroso da parte nostra almeno accennare alle difficili condizioni in cui versa una fascia sempre più ampia di popolazione. Dall’inizio della crisi, le persone in povertà assoluta in Italia sono aumentate del 155%: nel 2007 erano 1 milione ed 800 mila mentre oggi sono 4 milioni e 600 mila. Dietro ai numeri ci sono i volti e le storie di centinaia di migliaia di famiglie che nelle nostre Diocesi e parrocchie, nei Centri d’ascolto, nelle Associazioni e nelle Confraternite hanno trovato una prima risposta – in termini di beni e servizi materiali, di sussidi e di alloggio – e spesso anche una presa in carico progettuale. Per questo sembra necessario prestare la massima attenzione alla legge delega di introduzione del Reddito d’Inclusione (REI) e alla predisposizione del Piano nazionale contro la povertà.”
La mancanza di adeguate politiche di contrasto alla povertà non è più sostenibile nel nostro paese. Da tempo, insistiamo sull’attuazione del Reddito di Inclusione Sociale (REI) attraverso una “Alleanza contro la povertà” composta da oltre 35 organizzazioni tra cui la Caritas. Il REI non prevede una semplice erogazione di contributi economici ma è accompagnato dalla realizzazione di percorsi d’inserimento sociale o occupazionale per sostenere persone e famiglie nel recuperare dignità e riprogettare la propria esistenza.
Il lavoro di pressione sul Governo da parte dell’Alleanza procede se pure con le inevitabili lentezze ma nel frattempo nasce l’esigenza che questo impegno di contrasto alla povertà sia diffuso, conosciuto e condiviso dai cittadini. Se quella della povertà è questione sociale “universale”, a maggior ragione la comunità cristiana deve sentirsi coinvolta e attiva nel sostenere non solo gli interventi urgenti, emergenziali, ma tutte quelle opportunità volte a risolvere le cause della questione.
Come detto, nel suo intervento al Consiglio permanente il Card. Bagnasco ha parlato, tra le altre cose, anche della parrocchia e l’ha descritta “come luogo di accoglienza paziente per tutti, di disponibilità ai ragazzi in oratorio, di attenzione e visita ai malati, di capacità di mettersi nelle difficoltà della gente e di andarle incontro”. Non è più il tempo di limitare la vita delle nostre comunità a prassi consolidate ma stantie o di delegare azioni concrete agli organismi che pur agiscono a nome della comunità cristiana ma che hanno una funzione di traino, di stimolo e hanno bisogno della partecipazione di tutti.
“L’Anno di grazia, che l’intuizione del Santo Padre ci ha donato, ha portato tanti a gustare la bontà del Signore e a diventare loro stessi strumenti di misericordia.” Queste parole conclusive dell’Arcivescovo ripropongono scelte concrete di impegno che non possiamo rimandare perché ci sta a cuore la cura della casa comune, soprattutto rivolta a quelle persone e situazioni che rischiano di restare senza casa, senza dimora.