di Massimiliano Guidotti

Può succedere che alcune cose che riteniamo improbabili o del tutto irrealizzabili diventino realtà. Come avessimo fatto un sogno e, al risveglio, non gli avessimo dato credito pensando, forse per disillusione o perché ne abbiamo visto infrangersi tanti, che non avesse alcuna possibilità di tradursi in pratica. E invece…

Il centro principale dell’Area Persone Straniere della Fondazione Auxilium sorge nel quartiere di Di Negro, incastonato tra tanti palazzi costruiti successivamente e, in periodi di grande affollamento come questo, deve fare i conti con i rapporti di buon vicinato. Se si esce dall’ufficio e si accede al cortile esterno, si può avere un’idea più precisa di quello che voglio dire: un grosso caseggiato si erge a pochi metri dalle nostre finestre, permettendo agli inquilini di entrambi gli edifici di curiosare gli uni in casa degli altri. Noi siamo numerosi e rumorosi, non possiamo nasconderlo, non possiamo tacerlo… Non possiamo proprio tacere, perché siamo giovani ed esuberanti! Nonostante l’estrema attenzione, soprattutto nei mesi estivi, capita che qualcuno disturbi i vicini: talvolta abbiamo ricevuto richieste (solitamente garbate, altre meno) di moderare il volume della voce o della musica, per non disturbare chi, specie nelle ore notturne, voleva ovviamente riposare. Ogni volta che qualcuno dei vicini ha chiesto di parlare con noi e di esporre le proprie ragioni, abbiamo cercato di ascoltare ed accogliere le richieste, per altro quasi sempre ragionevoli e giustificate. Qualcun altro, invece, è arrivato ad esplodere petardi in direzione di alcuni nostri ospiti raggruppati nel cortile con l’intento, suppongo, di indurli ad abbassare i decibel, nonostante non si fosse in orari serali o notturni.

In questo quadro, sembrerebbe improbabile o del tutto irrealizzabile che qualcuno scelga di cambiare atteggiamento. E invece ecco la sorpresa: recentemente abbiamo avuto il piacere di annoverare tra i nostri volontari Francesco, un vicino di casa che prima ha protestato e poi, ha saputo, non so ancora in virtù di cosa, pensare, ragionare e, soprattutto, dare un esempio gigantesco a chi non tenta mai di immedesimarsi nell’altro, di conoscere per capire, di incontrare e, semmai dopo, giudicare. Adesso Francesco è il nostro insegnante di matematica e non vedo l’ora di conoscerlo meglio, capire cosa lo ha spinto e ringraziarlo dal profondo del cuore per questo gesto che genera speranza e ci aiuta a cambiare le cose.

Grazie Francesco e benvenuto!