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di Mirco Mazzoli

L’Hub di Quartiere, avviato a Casa della Giovane insieme al Food Hub promosso da Caritas Genova, nei mesi più duri della pandemia da Covid-19, si è posto l’obiettivo di rispondere alla povertà educativa aggravata dall’emergenza sanitaria: molte famiglie in difficoltà economica, infatti, non hanno potuto mettere a disposizione dei loro figli le connessioni internet e gli strumenti informatici necessari per la didattica a distanza.

Promosso da Fondazione Auxilium con la Coop. Soc. Il Melograno e l’Associazione La Staffetta, l’Hub di Quartiere si rivolge alle famiglie del Centro Storico, in particolare della zona tra l’Ex Ghetto – alle spalle del quale sorge Casa della Giovane – e Via Prè. Sul campo gli educatori de La Staffetta, le ragazze e i ragazzi del Campobase – Area Giovani di Caritas Genova, coinvolti nel Servizio Civile e nell’ESCA – Esperienza di Servizio, Comunità e Animazione, e alcuni volontari forzosamente ridotti dalle esigenze di prevenzione sanitaria.

“L’obiettivo dell’Hub – spiega Claudio Pesci, che lo coordina – è contrastare le conseguenze sociali ed educative del divario digitale in quelle famiglie che già prima pativano situazioni di disagio e che vivono in alloggi fatiscenti e sottodimensionati: condizioni faticose che il lockdown non ha fatto altro che peggiorare. Grazie alla donazione di una fondazione di famiglia, da anni vicina al nostro operato, sono stati acquistati i primi 15 tablet per altrettanti nuclei familiari, destinati alle esigenze didattiche. In tutto, sono 25 le famiglie che vorremmo raggiungere. È evidente che non si tratta soltanto di distribuire strumenti informatici: il cuore del progetto sta nel potenziare l’approccio educativo anche tramite questi supporti, che non possono sostituire la nostra presenza ma che le condizioni attuali hanno reso necessari. Sono due i temi principali posti da questa pandemia al nostro lavoro di educatori, in relazione al digitale: non permettere che tanti bambini e ragazzi perdano il contatto con l’educazione e l’istruzione e cogliere quel che di buono il digitale può aggiungere al loro percorso formativo”.

Per questo, in particolare, la Staffetta sta lavorando su alcune risorse web aperte e ‘collaborative’, sulle quali educatori, volontari, bambini e ragazzi possono interagire sia in presenza che a distanza, che permettono di imparare giocando ed offrono potenzialità innovative nell’ambito del pensiero computazionale.

Il primo obiettivo per noi resta la presenza dei bambini, la relazione educativa concreta – ricorda Pesci – e già questa estate abbiamo potuto riattivare il Centro Estivo in città per tre giorni la settimana, seguendo le regole di prevenzione previste dalla normativa nazionale e locale. L’Hub di Quartiere, però, ci offre la possibilità di realizzare quel tessuto digitale che oggi si rivela essenziale e che vorremmo restasse come valore aggiunto quando questa pandemia sarà domata.”

“In questo senso – aggiunge Gigi Borgiani, direttore di Auxilium – questa esperienza risponde ad una nostra grande speranza: che il virus non ci lasci come prima ma ci stimoli a colmare le distanze, a inventare nuove vie per ricostruire la comunità. Ci sono tanti segnali che la lezione del Covid non è stata appresa fino in fondo. Noi vogliamo credere e operare controcorrente, partendo proprio dai nostri fratelli più piccoli in età e per questo più fragili, che più di tutti rischiano di pagare il conto di questa circostanza, nel loro futuro”.

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