In questi anni, insieme a tante altre realtà, abbiamo più volte ribadito che l’azzardo non è un gioco. E’ una distorsione della cultura sociale, una malattia per moltissime persone e famiglie, una causa in più di povertà che come Fondazione Auxilium incontriamo quotidianamente.

Oggi purtroppo ci troviamo costretti ad aggiungere che l’azzardo non può essere una forma di guadagno né un promotore di lavoro. Come ente che da decenni contrasta la povertà ci rendiamo conto per primi dell’importanza di salvaguardare posti di lavoro, ma siamo altresì certi che non si può costruire lavoro per alcuni quando esso si rivela causa di disgrazia per altri: una disgrazia certificata fin troppe volte da tutti gli indicatori sociali, sanitari ed economici.

Per questo è necessario uscire con coraggio dalla contrapposizione tra società e occupazione, avendo ben presente le esperienze di quanti hanno continuato a produrre il proprio reddito senza ricorrere alle slot; spingere coloro che in questi 5 anni hanno scelto di guadagnare sull’azzardo a riconvertire le proprie fonti di guadagno; prendere parte come cittadini, società civile, enti, istituzioni ad un confronto sulla natura dell’occupazione in questa città e su un “non più  derogabile” passaggio dei posti di lavoro da una economia senza valore aggiunto, che realizza utile sul danno provocato, ad una economia reale, concreta, socialmente costruttiva.