di Massimiliano Guidotti, Coop. Soc. Il Melograno
Operatore Area Persone Straniere Auxilium

Le righe che seguono vogliono dare un quadro generale di quello che fanno le strutture della Fondazione Auxilium che si occupano dei rifugiati. La prima distinzione da fare è quella tra i due progetti principali e più corposi, in termini di utenti, rivolti a uomini singoli, donne e famiglie rifugiati o richiedenti protezione umanitaria.

SPRAR

foto © Roberto Gregori

Uno di questi progetti è lo SPRAR, Sistema di Protezione per Richiedenti Asilo e Rifugiati, promosso e coordinato dal Ministero degli Interni e nato nel 2001 col nome di PNA (Programma Nazionale Asilo): si tratta di un progetto in cui, accanto all’accoglienza, quindi vitto e alloggio principalmente in strutture collettive, è richiesto, dallo stesso Ministero, un lavoro progettuale per la persona, con operatori dedicati che costruiscano, insieme al rifugiato, un‘idea di futuro. Nelle strutture collettive si comincia al mattino con le sveglie e le colazioni; quindi la giornata prosegue con le attività previste: tra queste, corsi e lezioni di scuola d’italiano gestite da insegnanti volontari che seguono, a vario livello, i ragazzi delle strutture. In alcuni casi è necessario partire dall’alfabetizzazione perché molti ragazzi non hanno mai imparato a leggere e scrivere; altri, invece, hanno raggiunto un livello tale da potersi iscrivere ai corsi per l’attestazione di scuola media, gestiti da scuole cittadine. Molti ragazzi, oltre alla scuola interna alla struttura e gestita dai volontari, frequentano anche i CPIA, ossia le scuole cittadine di lingua italiana per stranieri.

Durante il pomeriggio o la sera molti ragazzi usufruiscono di un paio di campi da calcio dove possono giocare, grazie anche alla collaborazione di alcuni volontari che giocano con loro e ai gestori degli impianti sportivi. Oltre alle attività a cui abbiamo accennato brevemente, ce ne sono altre che avvengono in collaborazione con gli enti territoriali, a cominciare dai servizi sociali del Comune, proseguendo con le scuole statali e le associazioni.

foto © Roberto Gregori

Il progetto SPRAR gestito da Fondazione Auxilium, in particolare per la struttura che segue 66 uomini singoli vede, attualmente, 20 persone coinvolte con una borsa lavoro, un percorso nel quale la persona svolge un lavoro a tutti gli effetti, con un rimborso spesa molto inferiore ad un normale stipendio, dovuto al fatto che lo scopo dell’attività è l’apprendimento di un mestiere e l’esercizio al confronto col mondo del lavoro in un paese straniero. Altri 18 singoli sono stati segnalati da Auxilium all’UCIL (Ufficio del Comune per Inserimenti Lavorativi) e sono in attesa di essere convocati; aspettano, insomma, di iniziare il percorso già intrapreso dai 20 succitati. Tre persone stanno seguendo corsi professionali, una uno stage volontario mentre 3 ragazzi frequentano la scuola media e altri 3 la scuola superiore, in particolare l’Istituto Bergese per conseguire il diploma alberghiero. In tutto questo ci sono anche 4 ragazzi che lavorano con regolare contratto e che a breve dovranno, quindi, uscire dal progetto, ma con la possibilità di essere autonomi.

CAS

L’altro progetto di accoglienza per i rifugiati è quello denominato CAS (Centri di accoglienza straordinaria) e gestito dalla Prefettura. La principale differenza tra i due progetti, SPRAR e CAS, è che il secondo non usufruisce della presa in carico da parte dei Servizi sociali del Comune, in quanto accoglienza straordinaria ed emergenziale. Questo significa, per esempio, che le persone seguite dai CAS non accedono alle borse lavoro; tuttavia costoro, che sono 84 tra uomini singoli e famiglie con bambini, hanno la possibilità di svolgere attivazioni sociali e tirocini, pagati dalla Cooperativa che li gestisce, con parte della quota che riceve dalla Prefettura. Chi ha un’età inferiore ai 26 anni viene iscritto a Garanzia Giovani, programma nazionale per corsi di formazione professionale. Come per le persone accolte nello SPRAR, molte frequentano i CPIA e alcuni anche i corsi per il diploma di terza media

Alcune associazioni di volontariato organizzano corsi gratuiti di italiano, a cui accedono in particolare le donne delle famiglie accolte, mentre i Volontari per l’Auxilium fa lo stesso per gli uomini, con in più corsi di preparazione alla terza media. Il Vides, ente di formazione gestito anch’esso da volontari, ha creato due corsi di igiene alimentare e cucina italiana, tre ragazzi si occupano della cura del verde sempre con i Volontari per Auxilium, uno sta svolgendo Servizio Civile. Recentemente è stata raggiunta una collaborazione con Legambiente, che ha visto la partecipazione di 21 ragazzi ad una giornata di pulizia del territorio nella zona del Peralto, con l’intenzione che l’iniziativa si ripeta. Sempre all’insegna del lavoro di integrazione, tre bambini delle famiglie ospitate hanno partecipato al progetto Buone Storie, che ha visto l’inserimento pomeridiano dei bimbi insieme alle mamme, con la presenza di bimbi italiani e rispettivi genitori, per passare del tempo insieme e conoscersi. Alcune delle ragazze singole hanno trovato lavori autonomamente, due come baby-sitter e una come cameriera in hotel. Sono molte le associazioni di volontariato che collaborano per l’integrazione: sono stati promossi corsi di cucito, cucina e igiene domestica.

Ricordiamo, infine, la collaborazione con la Biblioteca Lercari di Villa Imperiale, che offre corsi di lingua italiana e disponibilità della sala cinema

Tutte le attività di cui abbiamo parlato sono rese possibili, oltre che dalla disponibilità delle varie associazioni e degli organi istituzionali, anche dal lavoro degli operatori sociali della Coop. Soc. Il Melograno che, oltre alle quotidiane attività educative di gestione dei centri, si occupano dell’integrazione delle persone, nel senso più ampio. Concludiamo qui quello che vuole essere un quadro molto sintetico di ciò che fanno le persone rifugiate nei centri di accoglienza, sperando di rendere un po’ più chiaro il panorama dell’immigrazione a chi vuole conoscerlo meglio