di Gigi Borgiani
direttore
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Come noto la Fondazione Auxilium offre ogni giorno una molteplicità di servizi e azioni a favore di persone fragili che si rivolgono ai nostri centri. Spesso ci poniamo alcune domande: fino a quando aumenteranno persone e famiglie che bussano alle nostre porte per essere ascoltate, accolte, sostenute? Fino a quando saranno necessarie e reperibili le risorse umane e finanziarie messe in campo da noi, dalle numerose associazioni ed enti che operano insieme a noi, dalle istituzioni, risorse ogni giorno più scarse?
Non ci scoraggiamo certo ma siamo convinti che la risorsa principale da recuperare sia quella interiore: rigenerare coscienza, consapevolezza. Siamo consci dei fenomeni di individualismo e frammentazione della nostra società, della tendenza a parcellizzare le questioni, a ricorrere a soluzioni parziali, spesso occasionali, demandando sempre ad altri, spesso pretendendo, senza però assumere una responsabilità personale.
Quelli che chiamiamo servizi sociali sono rivolti alle persone che in un modo o nell’altro hanno bisogno di aiuto, di sostegno. Ma la vita sociale è di tutti e per tutti. Perché non pensare ad una città che si educa alla vita sociale, alla coesione sociale per il bene comune? Rispetto ai più tradizionali interventi sulle emergenze sociali, sostenere la coesione sociale significa, infatti, valorizzare le relazioni tra i membri della società e promuovere l’assunzione collettiva di responsabilità, percependo i problemi come comuni e non circoscritti a singole persone o gruppi. Allo stesso modo favorire la coesione sociale implica porsi obiettivi di lungo periodo e cercare nel protagonismo delle persone e delle formazioni sociali il principale fattore per contrastare la frammentazione e sostenere il sistema delle risposte ai bisogni di tutti.
Nessuno escluso! Non solo nella dimensione del non lasciar fuori qualcuno, ma proprio nella prospettiva che tutti (i cittadini, a partire dalle famiglie che dovrebbero costituire il pilastro portante per una città che educa al rispetto, alla reciprocità, alla responsabilità) devono sentirsi parte, devono essere “inclusi” e responsabili in un progetto di città.
Ripensare Genova come città che educa
Tutta la città educa perché, al proprio interno, ciascuno risulta reciprocamente responsabile, competente e coinvolto nei percorsi educativi. Una città educante è una città che, attraverso l’azione integrata di tutti i soggetti che a diverso titolo lavorano in campo educativo, si fa carico dello sviluppo armonico e integrale di tutti i suoi cittadini, con particolare attenzione a quelli più giovani, a cui intende offrire gli strumenti per vivere una cittadinanza attiva, che attinga a cultura, saperi, etiche ed esperienze. Una città che supera l’idea che l’educazione sia un fatto cui sono deputati solo i tecnici specializzati, per chiamare alla cura e all’attenzione verso l’educazione tutti gli adulti attraverso la partecipazione ai luoghi formali ed informali. Una città che educa deve essere città di tutti.
Il contributo della Fondazione Auxilium
Il nostro contributo potrebbe in particolare consistere nel farsi carico di quegli aspetti educativi che riguardano il mondo delle fragilità, nella prospettiva di passare dalla dimensione assistenziale a quella inclusiva/partecipativa, favorendo il rafforzamento delle capacità individuali e collettive attraverso la presa di coscienza e la creazione di nuove possibilità di stare e agire insieme. Attraverso il saper essere, saper “vedere”, saper stare, saper fare passare dall’aiuto alla condivisione; promuovere la cultura e l’armonia delle differenze; promuovere sul territorio , laboratori di “costruzione” valoriale, culturale ed esperienziale. Lavorare su alcune parole chiave: differenze, fragilità, bisogni, reciprocità, beni comuni, convivialità, giustizia, pace.
* Intervento svolto in occasione degli Stati Generali dell’Educazione (30/31 Maggio 2018 – Giornate dell’Ascolto – Palazzo Ducale), promossi dal Comune di Genova – Agenzia per la Famiglia e Assessorato alle Politiche educative e dell’istruzione, alle Politiche socio-sanitarie e alla Casa.