di Emanuele Barisone
direttore
Andare ad Assisi, per quanto mi riguarda, si rivela sempre uno spartiacque. Lo è stato ancora di più avendo, da pochi mesi, intrapreso il nuovo cammino di responsabilità e cura come direttore della Fondazione Auxilium di Genova e poiché scopo di questo viaggio nei luoghi di San Francesco e Santa Chiara è stata una formazione sul tema della Dottrina Sociale della Chiesa (DSC).
Perché uno spartiacque? Perché, grazie anche al naturale clima di raccoglimento di questo luogo, ho provato a costruire, o quanto meno ad immaginare, un’idea di futuro per la nostra fondazione. Provvidenziali per questo lavoro sono stati i cinque principi della DSC: dignità umana, solidarietà, sussidiarietà, partecipazione, destinazione universale dei beni.
DIGNITÀ UMANA
Il primo principio è la dignità umana. Come Auxilium dobbiamo continuare a mettere al centro del nostro operato la Persona, dobbiamo spingere affinché venga sempre riconosciuta la dignità umana, in modo da rendere possibile una crescita comune e personale di tutti. Come dice Papa Francesco nella Fratelli Tutti: “Quando la dignità dell’uomo viene rispettata e i suoi diritti vengono riconosciuti e garantiti, fioriscono anche la creatività e l’intraprendenza e la personalità umana può dispiegare le sue molteplici iniziative” (FT, 22).
Prima di riuscire a consolidare questo percorso, però, dobbiamo chiederci chi siamo, quali siano i nostri pregi e i nostri difetti, quali siano la nostra vocazione e identità. Solo così facendo, Auxilium potrà continuare a essere esempio tangibile di una Chiesa che costruisce ponti tra tutti gli esseri viventi della nostra casa comune. Dobbiamo mettere al centro del nostro quotidiano il paradigma della fraternità, coltivare e fondare nel dialogo i nostri rapporti, cucire ciò che si è strappato.
Auxilium ha sempre svolto e svolgerà ancora di più questo impegno quotidiano di “rammendo” della dignità: nei suoi centri, con i volontari e gli operatori sociali della Rete Auxilium che ogni giorno aggiungono un filo al tessuto sfibrato di tante vite; nella collaborazione con gli altri enti del Terzo settore e con le Istituzioni, per far risuonare quei fili di voce – l’advocacy – nei tavoli cittadini delle politiche sulla povertà e l’emarginazione. E’ un lavoro costante, fedele, spesso silenzioso ma riconosciuto e accreditato, che abbiamo sempre assicurato nella società a nome della Chiesa e che ci vedrà sempre più impegnati, ogni giorno.
SOLIDARIETÀ PER IL BENE COMUNE
La solidarietà nella DSC è “esigenza di riconoscere, nell’insieme dei legami che uniscono gli uomini e i gruppi sociali tra loro, lo spazio offerto alla libertà umana per provvedere alla crescita comune, condivisa da tutti” (Compendio della Dottrina Sociale della Chiesa, 2004, 194). Dobbiamo quindi spingere per una solidarietà che prima di tutto sia socialità: non siamo soli ma fratelli che camminano insieme.
Nel nostro quotidiano, quando ci accostiamo alla solidarietà, cercheremo di essere espressione di quanto emerge dalle encicliche Laudato Si’ e Fratelli Tutti: un’unica famiglia che abita una casa comune e se ne prende cura. Dobbiamo recuperare un senso di appartenenza, dove la persona fiorisce nell’accettazione e composizione delle differenze, nella ricchezza di relazioni fra persone con obiettivi simili. Solo in questo modo possiamo esprimere concretamente una solidarietà per il bene comune.
Come Auxilium ha sempre dato e sempre darà concretezza a questa solidarietà che fa rima con appartenenza. Lo facciamo e lo faremo favorendo e suscitando occasioni perché la persona in cerca di sostegno torni a partecipare alla dimensione pubblica della vita, esprimendo le sue capacità – ritrovate, residue, possibili e sostenibili – a favore della società e della comunità e ricevendo da esse accoglienza, dimensioni e proposte in cui sentirsi utili, importanti, riconosciuti come fratelli e sorelle nel Vangelo, come concittadini ai quali, per “Costituzione”, devono venire rimossi gli ostacoli verso una piena cittadinanza.
SUSSIDIARIETÀ E PARTECIPAZIONE
Auxilium, di concerto con l’Arcidiocesi di Genova, deve essere esempio pratico del prendersi cura, dell’essere a servizio non solo dei più fragili ma di tutta la popolazione genovese. Dobbiamo comprendere che la nostra azione deve essere di integrazione e complemento, favorendo e sostenendo l’azione e le iniziative della Comunità.
La nostra Fondazione deve essere parte e sostenere l’amicizia sociale, cioè essere amici di un tutto, in modo da favorire il farsi carico da parte di tutta la società e delle singole comunità; ma non solo, per essere amici di un tutto occorre un’istituzione giusta. Auxilium favorirà sempre i processi scaturiti da una democrazia partecipativa. Continueremo a condividere e rafforzare reti ecclesiali e sociali di prossimità, a portare contributi formativi alle comunità parrocchiali e vicariali in stretta collaborazione con Caritas Diocesana, ad animare i territori, perché l’aiuto non sia una delega ad enti preposti ma espressione di una democrazia vissuta ed efficace, che realizza davvero la promozione integrale della persona.
DESTINAZIONE UNIVERSALE DEI BENI
Il Compendio della Dottrina Sociale della Chiesa ricorda che “Dio ha dato la Terra a tutto il genere umano, perché sostenga tutti i suoi membri senza escludere né privilegiare nessuno” (CDSC, 2004, 171). Dobbiamo chiederci: cosa è veramente nostro? È veramente nostro solo quello che doniamo. Allora dobbiamo affermare con convinzione che per noi la destinazione universale dei beni è primaria rispetto alla proprietà privata, perché crediamo che il nostro compito principale sia custodire e coltivare, tutti insieme, la Casa comune. Dobbiamo ricordarci che siamo amministratori non padroni; le cose che possediamo, come anche i talenti, sono da mettere in comunione. Le nostre capacità devono essere al servizio di e per tutti, in modo da crescere e sostenerci assieme: non possiamo appropriarcene in quanto creeremo solamente diseguaglianza.
Per fare questo, come Auxilium, vogliamo crescere e far crescere nel riconoscimento dell’altro e dei suoi paradigmi; dobbiamo conoscere e far conoscere meglio e più a fondo le altre culture, in modo da creare nuove alleanze, che portino a una conoscenza liberatoria per l’essere umano. Affinché il nostro bene diventi sempre più anche il bene dell’altro, un bene comune e universale, Auxilium continuerà a promuovere e realizzare progetti, a collaborare con le scuole, l’Università, le agenzie educative, i movimenti e i gruppi e a studiare i fenomeni, attraverso la propria attività e il sostegno ad enti co-fondati a questo scopo. Continueremo nella volontà di aprire i nostri centri alla città e ai cittadini, perché l’altro che abbiamo accolto non resti paradossalmente confinato nell’aiuto ma venga incontrato, conosciuto, condiviso, accompagnato da quante più persone possibile.
Ecco. Questa è l’idea di futuro per Auxilium che ho potuto intravedere meglio approfondendo la Dottrina Sociale della Chiesa, negli spazi di studio, confronto e preghiera di quei giorni speciali, con lo sguardo sui paesaggi di Assisi. Su queste colline Francesco, Chiara e tutti i loro amici incontrarono i miseri e scelsero la povertà, la fraternità e la sororità “cum tucte le Tue creature”, come annuncio di speranza evangelica.
La Chiesa sta vivendo una stagione di profondi cambiamenti e riflessioni e noi dobbiamo farne parte, per essere corresponsabili, essere immagine di una comunità che vive in semplicità e fraternità.
Dobbiamo farci poveri per essere minori, minori per essere fratelli.