di Gigi Borgiani
Per me, giunto al termine del secondo mandato da direttore della Fondazione Auxilium e ritenendo più che mai opportuno lasciare spazio a chi proseguirà per cogliere i segni dei tempi e nuove opportunità, questo Bilancio significa una valutazione non solo del 2023 ma anche del lungo periodo, dal 2014 ad oggi, trascorso in Fondazione o meglio in una famiglia che come tutte, con fatiche, gioie e speranze, ha fatto il possibile per camminare unita e sollevare, consolare le persone accolte e seguite nei vari centri operativi.
Questo Bilancio ha la sua chiave di lettura in una metafora che ci consegnò qualche anno fa il Card. Angelo Bagnasco, allora Arcivescovo di Genova: in sintonia con la Caritas Diocesana, Auxilium e i suoi centri interamente dedicati all’accoglienza siano “punti luce”, chiamati a rischiarare la vita di chi si trova in condizioni di emarginazione ma anche ad illuminare il territorio, il tessuto sociale, le comunità vicariali e parrocchiali suscitando partecipazione, offrendo percorsi di condivisione, cooperando ad una trasformazione culturale ed educativa. Quali sono stati, quindi, i punti luce di questi 10 anni? Provo ad indicarne solo alcuni.
Stare con....
Abbiamo perseverato nell’obiettivo di passare sempre più dall’assistenza e dalla pura erogazione di un aiuto materiale allo “stare con” le persone che si rivolgono ai centri Auxilium, riconoscerne i volti, chiamarli per nome, condividere spazi e tempi per aprire nuove possibilità. Grazie per questa dedizione ai volontari, agli operatori sociali ed educatori, a tutti coloro che agiscono nella Rete Auxilium. Un impegno che per tanti di voi è andato oltre l’orario, il ruolo, il dovuto professionalmente, il buon cuore o lo slancio emotivo del momento. Per molti, è un impegno di vita che non sempre è conosciuto a fondo, compreso e valorizzato appieno. A tutti voi grazie perché, nei limiti e negli sbagli inevitabili che ciascuno di noi compie facendo, siamo stati “insieme” come quei filari di lampadine che portano un po’ più in là l’energia della vita.
Fare della città un laboratorio di relazioni
Questa è la parola che ci ha guidato: la relazione. Naturalmente la relazione con le persone accolte, come ho appena detto. E poi, a cerchi sempre più ampi, la relazione con tanti altri soggetti, convinti che non dobbiamo rassegnarci a considerare la città come luogo di individualismi ma come laboratorio di relazioni per il bene comune.
- In primo luogo la relazione – direi la sinergia – con la Caritas diocesana e quindi con la Diocesi tutta, dalla quale siamo chiamati al servizio della carità non in supplenza o per delega ma con il compito di coinvolgere il più possibile tutte le realtà “disponibili” attraverso parrocchie, centri di ascolto, associazioni e gruppi.
- La relazione con la Rete Auxilium: Volontari per l’Auxilium, Associazione per l’Auxilium, le Cooperative Sociali Il Melograno ed Emmaus Genova. La Rete è esperienza fondamentale di collegialità, di progettazione, di corresponsabilità in cui siamo cresciuti.
- La relazione con i donatori, con quanti volontariamente e in vario modo collaborano con la Fondazione. Non sono anni facili: nel quadro di una contrazione a livello nazionale delle donazioni, Auxilium ha investito su professionalità e strumenti per incrementare il coinvolgimento anche economico attorno alla sua opera. Non certo per sopravvivere a noi stessi o per mantenere una struttura per altro già agile ma per continuare a garantire luoghi e servizi di cui ancora c’è bisogno per il bene di tanti.
- La relazione con altri enti di Terzo settore e di ispirazione ecclesiale a servizio delle diverse e complesse fragilità che gravano su un sempre maggior numero di persone. Abbiamo cercato di rafforzare legami, stringere i nodi del tessuto sociale ed ecclesiale, perché solo insieme possiamo davvero stendere reti di protezione e rilanciare la promozione delle persone.
- La relazione con le istituzioni. Abbiamo lavorato per “umanizzare” questa relazione mettendo sempre al centro le persone e cercando di superare la logica dell’emergenza (sempre purtroppo incombente) e promuovere quella del “servizio sociale” inteso non come “aiuto” ma come compartecipazione di tutta la città al bene di tutti.
- La relazione con l’Università di Genova, con la quale Auxilium ha iniziato da tempo una collaborazione in termini culturali e di formazione interdisciplinare. Abbiamo percorso con convinzione questa strada nella formazione degli studenti, nel creare occasioni di scambio sui territori in cui coesistono nostri centri e poli universitari, per formare cittadini integralmente corresponsabili. Desidero qui ricordare con gratitudine, ancora una volta, colei che è stata punto luce di questo percorso, la professoressa Alda Scopesi, alla memoria della quale abbiamo intitolato il Salone di Casa della Giovane, vicino al polo universitario di Balbi.
Far crescere l'amicizia sociale. Laudato Si' e Agenda 2030
Spronati dall’imperativo di papa Francesco che “tutto è in relazione”, in questo decennio abbiamo operato sempre cercando di tener presente non solo le singole questioni ma tutta la complessità del tempo presente che sollecita ad una visione sempre più ampia di “amicizia sociale” verso tutti e abilita ad operare nella prospettiva di una fraternità universale, unica via per uno sviluppo che, oltre ad essere globale e sostenibile, deve essere soprattutto “umano”.
Per questo abbiamo rafforzato la nostra collaborazione con il Tavolo Giustizia e Solidarietà (che riunisce a Genova alcuni enti ecclesiali e laici sui temi della giustizia per tutti i popoli, la salvaguardia della casa comune, l’ecologia integrale) per accompagnare il cammino di quanti sentono la responsabilità di creare sinergia tra le vie indicate da Francesco, specie nella Laudato si’, e gli obiettivi proposti dall’Agenda ONU 2030. Auxilium è entrata a far parte anche di Liguria 2030, tavolo di lavoro volto a promuovere e diffondere l’Agenda sul territorio ligure, in stretto raccordo con gli obiettivi e le azioni di ASviS – Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile.
Ogni anno abbiamo progettato e promosso insieme a queste realtà incontri, convegni, appuntamenti di sensibilizzazione: cito almeno le iniziative in occasione dell’annuale Tempo del Creato e delle Settimane Sociali dei Cattolici Italiani.
Aprirsi al territorio
In questo modo abbiamo maturato che il nostro ruolo di fondazione, oltre ad esprimere attenzione e cura delle fragilità, deve essere quello di un’attenzione e cura del territorio. Soprattutto in quei territori dove siamo presenti con le nostre strutture, non vogliamo che ci siano cittadini “non cittadini, cittadini a metà o avanzi urbani” (Evangelii Gaudium, 74) ma che si possa condividere uno stile di vita fatto di partecipazione e responsabilità di tutti per il bene di tutti.
In questi 10 anni, quindi, abbiamo lavorato per aprire i nostri centri al territorio, ai quartieri, ai sestieri, ai luoghi di vita sociale ed ecclesiale, ale famiglie, ai giovani, ai bambini… perché nei centri Auxilium si mescolino culture, status e situazioni personali diverse. Nessun luogo di servizio e accoglienza, infatti, risolverà da solo la povertà e l’emarginazione: solo una società che si conosce, si frequenta, si intreccia può diventare una comunità che si prende cura.
Impegnarsi per una carità educativa
L’Auxilium di questi 10 anni si è impegnata con sempre maggiore decisione per favorire una carità educativa e culturale. Ne siamo profondamente convinti: in questo tempo “influenzato” da modelli di consumo, di indifferenza, di individualità, di disorientamento, l’attenzione e la cura delle fragilità e delle diseguaglianze non può procedere solo con interventi di aiuto, di solidarietà emotiva e discontinua, di ricerca di risorse sempre più scarse da impiegare per le necessità impellenti ma ha bisogno di un movimento culturale ed educativo che risvegli le coscienze, che contribuisca a dare senso.
Una delle sfide più impegnative che spetta ai credenti è proprio quella educativa. La consapevolezza delle questioni ambientali e dei bisogni umani è fondamentale. È l’umanità che ha bisogno di essere cambiata e questo presuppone la necessità di una sensibilità comune che abiliti a “scelte contrarie” al modello tecnocratico e consumistico. È necessaria anche e soprattutto una carità politica, che ci renda cristiani e cittadini corresponsabili e propositivi nelle scelte di ogni giorno. Non a caso, “Nel Quotidiano” è l’espressione che abbiamo scelto per descrivere il nostro impegno ordinario e istituzionale, proposto alla compartecipazione di chiunque voglia unirsi a noi.
Rendere ragione della speranza
Tuttavia e tutto ciò premesso, il vero punto luce che abbiamo cercato di tenere sempre acceso è la Parola e la Presenza di Dio, la compartecipazione alla carità vissuta e chiesta da Gesù. In questi anni abbiamo sempre fatto attenzione a che il cuore di tutto l’Auxilium, idealmente posto nella Cappella del Monastero dei Santi Giacomo e Filippo, pulsasse sempre di questa Vita, promuovendo occasioni di preghiera e celebrazioni liturgiche ed accogliendo parrocchie e gruppi. In questi 10 anni, abbiamo continuato ha rendere ragione della speranza che è in noi senza escludere nessuno dalla collaborazione. Una chiesa “per tutti tutti tutti”, come ripete spesso papa Francesco.
Non siamo mai stati immobili
Questo è stato il titolo del Bilancio Sociale 2022. Lo recupero nuovamente qui, a conclusione di queste righe e del mio percorso come direttore. Con un gioco di parole, quelle parole si riferivano ai nostri immobili: le nostre sedi non sono mai state chiuse in sé stesse, non sono mai state inadeguate rispetto ai cambiamenti dei tempi, al mutare delle povertà, della società, della chiesa stessa. È un modo di essere che ha cercato di trasmetterci don Piero Tubino, primo direttore di Caritas Diocesana e storico direttore di Auxilium, e che è giunto fino a me passando dalla direzione di Stefano Tabò, che gli succedette affrontando anni di grandi cambiamenti sociali e di corposi adeguamenti normativi. Lo consegno ad Emanuele Barisone, il nuovo direttore da maggio 2024.
Insieme agli enti e alle persone della Rete Auxilium, alle migliaia di persone che hanno cercato in noi un riparo e un rilancio, in questi quasi 10 anni abbiamo cercato di non restare mai immobili. Di fronte a difficoltà, fatiche e resistenze, ho trovato la forza e condiviso la spinta per muoverci dove il Signore Gesù ci ha preceduti. Insieme siamo punti luce. Lasciamo accesa questa luce sopra il moggio.