di Daniele di Pompeo

Aiutare, sostenere, curare, soprattutto curare, sono probabilmente le parole che meglio raccontano ciò che si cerca di fare all’interno de La Palma e Il Mandorlo, le due strutture per persone affette da AIDS di Fondazione Auxilium. Aiuto, sostegno, cura riescono talvolta ad aprire spazi insperati di azione e così si traducono in altre parole nobili, come dignità, attività, progetto. Capita quindi, come sta capitando in questi mesi, che alcuni ricomincino a riappropriarsi della loro vita, facendolo magari attraverso la strada più ovvia e al tempo stesso più complessa, la strada del lavoro e in collaborazione con altre importanti parti della rete Auxilium.

Un nostro ragazzo sta lavorando presso la cooperativa Emmaus grazie al progetto Pass dell’ufficio per gli inserimenti lavorativi del Comune di Genova. Attraverso il racconto biografico che è parte importante del nostro lavoro educativo, conoscevamo bene di alcuni passaggi importanti della sua storia: lunga esperienza di sala sia in italia che all’estero, capacità di relazione e gestione di pasti, banchetti e catering. Una professionalità che è rimasta tanto tempo in sonno, ma era sempre presente nel cuore del nostro ospite. Ecco quindi che tramite la rete istituzionale e la vicinanza di Emmaus Genova, da qualche mese questa persona sta riscoprendo le sue caratteristiche, il suo modo di stare al mondo che negli anni passati gli permetteva autonomia, dignità, forse serenità.

A febbraio, inoltre, sono partiti due progetti di attivazione sociale di Fondazione Auxilium, che si concretizzano tramite i Volontari per l’Auxilium. Si tratta di un lavoro di recupero e riciclo: recupero di buste per la cancelleria e riciclo di materiali quali carta e plastica. Palma e Mandorlo hanno individuato due persone che potessero trarre profitto da un’esperienza simile, e siamo partiti. Lavorativamente parlando ci trovavamo di fronte a due tipi di fragilità evidenti: pochissime esperienze, qualche difficoltà a comprendere ed accettare i ritmi di una giornata, poca conoscenza reciproca. Ma giorno dopo giorno, anzi ora dopo ora, è diventato chiaro che il lavoro sarebbe stato tanto migliore quanto più profonda si fosse fatta la loro relazione. Così, le postazioni che all’inizio erano due, sono diventate una sola, la coordinazione è aumentata e a un certo punto, quasi a simbolizzare l’unità del lavoro di entrambi, è spuntata una radio, che fa compagnia e, con musica e parole, scandisce e coordina l’attività.

Storie semplici, piccoli ma significativi punti fermi che ci fanno proseguire speranzosi le nostre giornate e il nostro lavoro.