di Massimiliano Guidotti, Area Persone Straniere
Giunti già a metà del cammino, possiamo cominciare a fare un primo bilancio dell’esperienza di Eliana e Lissette, le due ragazze in Servizio Civile Nazionale (SCN) presso la Caritas Diocesana che hanno scelto il progetto relativo all’Area Persone Straniere di Auxilium. Queste righe sono frutto di una chiacchierata, durante la quale le ragazze si sono raccontate e hanno parlato dei primi mesi del loro impegno con serenità e consapevolezza.
Entrambe sono di origine straniera e anche questo ha certamente avuto (e ha ancora) una parte importante nel loro servizio quotidiano: la loro, infatti, è stata una scelta motivata anche dal fatto di potersi sentire più vicine ad altre persone straniere, seppur cariche di vissuti ben più traumatici.
Uno degli strumenti più efficaci per entrare in relazione e scalfire la naturale diffidenza è stato quello della scuola di italiano: passare qualche ora a settimana con gli ospiti facendo loro lezione di italiano ha permesso a Eliana e Lissette di instaurare con molti di loro un rapporto di fiducia. In qualche caso sono stati ottenuti risultati sorprendenti persino con ragazzi ospitati già da lungo tempo nella struttura, non solo nell’apprendimento della lingua ma soprattutto nel far crescere in loro la disponibilità a raccontarsi, a compiere qualche passo nella direzione della fiducia e della conoscenza reciproca, cosa che, fino a quel momento, era avvenuta di rado nei confronti degli operatori. Un dato, questo, riscontrato anche in passato: il ruolo del Servizio Civile, benché non sempre compreso appieno dai ragazzi ospiti, è comunque vissuto come differente da quello degli operatori e per questo capita che i giovani in Servizio Civile raccolgano maggiori confidenze, emozioni e racconti di vita anche gravi, aiutandoci così a superare la distanza culturale ed emozionale con il ponte della prossimità e della vicinanza dell’età.
Ecco: vicinanza è il termine che più mi ha colpito nella nostra chiacchierata e che meglio sintetizza l’esperienza di queste due giovani in Servizio Civile. Se questa parola è un valore cardine nel nostro ambito, lo è ancora di più per chi, come Eliana e Lissette, può forse capire meglio chi si trova in un paese straniero e deve affrontare difficoltà diverse da chi è nato e vissuto qui. Come accade generalmente a giovani donne in un ambiente di uomini, Eliana e Lissette hanno dovuto e saputo mantenere le giuste distanze con i ragazzi, ma ciò non ha impedito loro di dimostrare disponibilità e passione per il loro impegno a favore degli altri, senza mai dimenticare il rispetto dei ruoli.