di Gigi Borgiani
A quanto si percepisce, per la maggior parte dell’opinione pubblica i migranti sono persone che attraversano il Mediterraneo su barconi di fortuna gestiti da scafisti senza scrupoli ma ben organizzati dalla criminalità: nel 2017, sono stati 171.332 gli arrivi in Italia, Spagna e Grecia e 3.081 le persone annegate in mare (fonte UNHCR). Poco si sottolinea, tuttavia, che in realtà il viaggio dei migranti inizia molto prima, è molto più lungo e spesso mortale ben prima di arrivare al mare. Questo nostro sguardo poco approfondito dipende dal fatto che si guarda alle persone – spesso additate come possibili terroristi, come portatori di malattie, come nullafacenti, elemosinanti o ladri di lavoro – ma non si coglie il senso di un fenomeno, quello appunto delle migrazioni, vecchio quanto il mondo e oggi certamente più evidente come numeri e motivazioni anche in conseguenza dei cambiamenti epocali che stiamo vivendo sul versante dell’economia e della finanza, della tecnica, dei commerci, delle comunicazione in genere. Occorre aprire gli occhi e rendersi conto che ci troviamo di fronte ad un fenomeno inarrestabile (così come lo ha definito S.E. il Card Bagnasco presentando il Messaggio di Papa Francesco per la Giornata Mondiale della Pace) che deve essere compreso e certamente anche governato sia a livello internazionale che nazionale se vogliamo dare risposte corrette a persone che fuggono dai loro paesi per guerra, fame o per cercare fortuna.
Può essere utile ricordare che secondo il più recente Rapporto Onu circa 258 milioni di persone hanno lasciato i loro Paesi di nascita e ora vivono in altre nazioni. “65.6 milioni di persone in tutto il mondo, un numero senza precedenti, sono state costrette a fuggire dal proprio Paese. Di queste, circa 22.5 milioni sono rifugiati, più della metà dei quali di età inferiore ai 18 anni.” In Italia, a fronte di circa 5 milioni di cittadini stranieri residenti, si contano circa 122 mila richiedenti asilo (dati 2016, fonte Dossier Statistico Immigrazione 2017); in Liguria si contano circa 140mila residenti stranieri di cui 5.787 richiedente asilo.
Il sottosegretario generale per gli affari economici e sociali dell’Onu, Liu Zhenmin, ha dichiarato che “dati affidabili sono fondamentali per combattere le percezioni errate sulla migrazione e per informare le politiche migratorie”. Ecco perché ritengo sia opportuna una corretta informazione che permetta di farsi una conoscenza adeguata e una opinione serena senza cadere in luoghi comuni o nel “sentito dire”. Certamente il fenomeno preoccupa ma a maggior ragione occorre affrontarlo in termini realistici e concreti soprattutto per quanto riguarda il movimento dei profughi che arrivano dall’Africa. Anche nel periodo natalizio, nei giorni dedicati alla festa e alla bontà che in genere migra anche nei cuori più duri, si sono verificati numerosissimi sbarchi sulle nostre coste. Ma non dovevano diminuire questi sbarchi? Che risultati ha dato l’accordo con la Libia del febbraio scorso? Quali conseguenze può avere l’invio di un contingente militare in Niger? Sono le domande di oggi alle quali potrà dare una risposta il giornalista Giacomo Zandonini, che da tempo si occupa di migrazioni, traffico di esseri umani, politica e società nel Sahel e che negli ultimi due anni ha lavorato in Niger. Zandonini sarà a Genova per partecipare all’incontro dal titolo “A sud della Libia”, il Giovedì 25 Gennaio, a Casa della Giovane (ore 17,30 – Piazza S. Sabina 4). L’incontro è promosso dal Tavolo Giustizia e Solidarietà di Genova, di cui come noto fanno parte anche Caritas Diocesana e Fondazione Auxilium, e dal Centro Studi Medì – Migrazioni nel Mediterraneo. Continua così l’impegno congiunto di queste due realtà per far crescere la consapevolezza intorno alle cause delle migrazioni e alle rotte migratorie e per andare più in profondità, oltre un primo sguardo di superficie, oltre l’orizzonte dei nostri stretti confini. ‘A sud di noi stessi’, per parafrasare il titolo dell’incontro.
La partecipazione è aperta a tutti e gratuita.
Il Tavolo Giustizia e Solidarietà, inoltre, promuove per il mese di febbraio un ciclo di film in collaborazione con il Cineclub Nickeodeon, questa volta sul tema ‘esclusione, lavoro e dignità della persona’. La rassegna, che si intitola “Il lavoro del lunedì” – espressione pronunciata da Papa Francesco nel discorso all’ILVA, lo scorso 27 Maggio, a Genova – proporrà “7 minuti” di M. Placido (1° febbraio), “Fortunata” di S. Castellitto (8 febbraio) e “Louisiana – The Other Side” di R. Minervini (15 febbraio). Come lo scorso anno, parte dell’incasso di ogni proiezione sarà devoluto dal Cineclub Nickelodeon a favore del Centro per i “migranti di ritorno” di P. Mauro Armanino (SMA – Società MIssioni Africane) a Niamey (Niger).