di Gigi Borgiani

Il 14 Maggio 2024 giunge al termine il mio secondo mandato da direttore della Fondazione Auxilium e si conclude un lungo periodo, dal 2014, trascorso in questa famiglia che, come tutte, tra fatiche, gioie e speranze, ha fatto il possibile per camminare unita e sollevare, consolare le persone accolte e seguite nei vari centri operativi.

Qualche anno fa il Card. Angelo Bagnasco, allora Arcivescovo di Genova, ci consegnò una metafora: in sintonia con Caritas Diocesana, Auxilium e i suoi centri siano “punti luce”, chiamati a rischiarare la vita di chi si trova in condizioni di emarginazione ma anche ad illuminare il territorio, il tessuto sociale, le comunità vicariali e parrocchiali suscitando partecipazione, offrendo percorsi di condivisione, cooperando ad una trasformazione culturale ed educativa. Da questa immagine ci siamo lasciati guidare anche per il nostro Bilancio Sociale 2023. 

Quali sono stati, quindi, i punti luce di questi 10 anni? Provo ad indicarne solo alcuni.

STARE CON…

Abbiamo perseverato nell’obiettivo di passare sempre più dall’assistenza e dalla pura erogazione di un aiuto materiale allo “stare con” le persone che si rivolgono ai centri Auxilium, riconoscerne i volti, chiamarli per nome, condividere spazi e tempi per aprire nuove possibilità.

Grazie per questa dedizione ai volontari, agli operatori sociali ed educatori, a tutti coloro che agiscono nella Rete Auxilium, l’insieme degli enti che operano in stretta sinergia con la Fondazione.

Un impegno che per tanti è andato oltre l’orario, il ruolo, il dovuto professionalmente, il buon cuore o lo slancio emotivo del momento. Per molti, è un impegno di vita che non sempre è conosciuto a fondo, compreso e valorizzato appieno. A tutti il mio grazie perché, nei limiti e negli sbagli inevitabili che ciascuno di noi compie facendo, siamo stati “insieme” come quei filari di lampadine che portano un po’ più in là l’energia della vita

FARE DELLA CITTÀ UN LABORATORIO DI RELAZIONI

Questa è la parola che ci ha guidato: la relazione. Naturalmente la relazione con le persone accolte, come ho appena detto. E poi, a cerchi sempre più ampi, la relazione con tanti altri soggetti, convinti che non dobbiamo rassegnarci a considerare la città come luogo di individualismi ma come laboratorio di relazioni per il bene comune.

In primo luogo la relazione – direi la sinergia – con Caritas diocesana e quindi con la Diocesi tutta, dalla quale siamo chiamati al servizio della carità non in supplenza né per delega ma con il compito di coinvolgere il più possibile tutte le realtà disponibili attraverso parrocchie, centri di ascolto, associazioni e gruppi.

Quindi la relazione all’interno della Rete Auxilium, esperienza fondamentale di collegialità, di progettazione, di corresponsabilità, e la relazione con i donatori, che compartecipano con Auxilium al sostegno materiale delle persone e a costruire nuovi progetti di vita.

E ancora la relazione con gli altri enti di Terzo settore e di ispirazione ecclesiale, con le istituzioni, con l’Università di Genova, convinti come siamo che solo insieme possiamo davvero stendere reti di protezione e promozione delle persone e edificare quella cultura dell’amicizia sociale che papa Francesco tanto spesso ci raccomanda.

TUTTO IN RELAZIONE: LAUDATO SI’ E AGENDA 2030

Sempre papa Francesco ci ha spronati in questo decennio a tenere  “tutto in relazione”. Con questo obiettivo abbiamo operato cercando di considerare tutta la complessità del tempo presente che sollecita ad assumere la prospettiva di una fraternità universale, unica via per uno sviluppo che, oltre ad essere globale e sostenibile, deve essere soprattutto “umano”.

A questo fine abbiamo rafforzato la nostra collaborazione con il Tavolo Giustizia e Solidarietà – TGS, che riunisce a Genova alcuni enti ecclesiali e laici sui temi della giustizia per tutti i popoli, la salvaguardia della casa comune, l’ecologia integrale, tenendo come riferimenti del nostro agire comune la Laudato si’ e gli Obiettivi dell’Agenda ONU 2030.

Ogni anno abbiamo progettato e promosso insieme a queste realtà incontri, convegni, appuntamenti di sensibilizzazione: cito almeno le iniziative in occasione dell’annuale Tempo del Creato e delle Settimane Sociali dei Cattolici Italiani.

APRIRSI AL TERRITORIO

In questo modo abbiamo maturato che il nostro ruolo di fondazione, oltre ad esprimere attenzione e cura delle fragilità, deve essere quello di un’attenzione e cura del territorio. Soprattutto in quei territori dove siamo presenti con le nostre strutture, non vogliamo che ci siano cittadini “non cittadini, cittadini a metà o avanzi urbani” (Evangelii Gaudium, 74) ma che si possa condividere uno stile di vita fatto di partecipazione e responsabilità di tutti per il bene di tutti.

In questi 10 anni, quindi, abbiamo lavorato per aprire i nostri centri al territorio, ai quartieri, ai sestieri, ai luoghi di vita sociale ed ecclesiale, alle famiglie, ai giovani, ai bambini, perché nei centri Auxilium si mescolino culture, status e situazioni personali diverse.

Nessun luogo di servizio e accoglienza, infatti, risolverà da solo la povertà e l’emarginazione: solo una società che si conosce, si frequenta, si intreccia può diventare una comunità che si prende cura.

IMPEGNARSI PER UNA CARITÀ EDUCATIVA

L’Auxilium di questi 10 anni si è impegnata con sempre maggiore decisione per favorire una carità educativa e culturale. Ne siamo profondamente convinti: in questo tempo “influenzato” da modelli di consumo, di indifferenza, di individualità, di disorientamento, l’attenzione e la cura delle fragilità e delle diseguaglianze non può procedere solo con interventi di aiuto, di solidarietà emotiva e discontinua, di ricerca di risorse sempre più scarse da impiegare per le necessità impellenti ma ha bisogno di un movimento culturale ed educativo che risvegli le coscienze, che contribuisca a dare senso.

Una delle sfide più impegnative che spetta ai credenti è proprio quella educativa. La consapevolezza delle questioni ambientali e dei bisogni umani è fondamentale. È l’umanità che ha bisogno di essere cambiata e questo presuppone la necessità di una sensibilità comune che abiliti a “scelte contrarie” al modello tecnocratico e consumistico.

È necessaria anche e soprattutto una carità politica, che ci renda cristiani e cittadini corresponsabili e propositivi nelle scelte di ogni giorno.

Non a caso, “Nel Quotidiano” è l’espressione che abbiamo scelto per descrivere il nostro impegno ordinario e istituzionale, proposto alla compartecipazione di chiunque voglia unirsi a noi.

RENDERE RAGIONE DELLA SPERANZA

Tuttavia e tutto ciò premesso, il vero punto luce che abbiamo cercato di tenere sempre acceso è la Parola e la Presenza di Dio, la compartecipazione alla carità vissuta e chiesta da Gesù.

In questi anni abbiamo sempre fatto attenzione a che il cuore di tutto l’Auxilium, idealmente posto nella Cappella del Monastero dei Santi Giacomo e Filippo in Via Bozzano, pulsasse sempre di questa Vita, promuovendo occasioni di preghiera e celebrazioni liturgiche ed accogliendo parrocchie e gruppi.

In questi 10 anni, abbiamo continuato a rendere ragione della speranza che è in noi senza escludere nessuno dalla collaborazione. Una chiesa “per tutti tutti tutti”, come ripete spesso papa Francesco.

Auxilium ha il suo patrimonio nei suoi immobili, interamente dedicati alle persone in condizioni di difficoltà. Eppure, con un gioco di parole, siamo soliti dirci che “non siamo mai stati immobili”: le nostre sedi non sono mai state chiuse in sé stesse, non sono mai state inadeguate rispetto ai cambiamenti dei tempi, al mutare delle povertà, della società, della chiesa stessa.

È un modo di essere che ha cercato di trasmetterci don Piero Tubino, primo direttore di Caritas Diocesana e storico direttore di Auxilium, e che è giunto fino a me passando dalla direzione di Stefano Tabò, che gli succedette affrontando anni di grandi cambiamenti sociali e di corposi adeguamenti normativi.

Lo consegno ad Emanuele Barisone, il nuovo direttore da maggio 2024. Insieme agli enti e alle persone della Rete Auxilium, alle migliaia di persone che hanno cercato in noi un riparo e un rilancio, in questi 10 anni abbiamo cercato di non restare mai immobili. Di fronte a difficoltà, fatiche e resistenze, ho trovato la forza e condiviso la spinta per muoverci dove il Signore Gesù ci ha preceduti.

Insieme siamo punti luce. Lasciamo accesa questa luce sopra il moggio.      

Gigi, 14 maggio 2024