di Emanuele Barisone, direttore
A tutti noi è capitato una volta nella vita di assistere ad un’alba. C’è un momento preciso, prima che il sole faccia capolino all’orizzonte, in cui si avverte un fremito nell’aria, in noi, in quanto abbiamo attorno.
Per me, questa aurora si chiama Fondazione Auxilium: una lunga storia, che oggi incrocia la mia strada.
Dal 1931 a oggi sono cambiate tante cose, ma rimane immutata l’attenzione e la vicinanza a chi, a Genova,
si trova in una condizione di necessità.
Come ha scritto Gigi Borgiani, il mio predecessore, che ringrazio, “non siamo stati immobili” e così
dobbiamo continuare a essere, capaci di adattarci alle sfide e ai cambiamenti che la società odierna ci
presenta.
Dobbiamo essere immagine di una Chiesa in uscita, sulla spinta di Papa Francesco, una Chiesa vicina a chi è
più fragile, testimone di una comunità coesa che si fa prossima alle persone.
Per raggiungere questo obiettivo, dobbiamo riacquisire la sensibilità e l’attenzione verso l’altro, dal familiare più stretto, al vicino di casa, allo sconosciuto che incrociamo in strada.
Grazie alle persone e agli enti che rendono la Fondazione e la Rete Auxilium uno strumento quotidiano per tenere desta quella sensibilità e quella attenzione, una piccola e costante aurora di speranza per tanta gente.
Dobbiamo cooperare insieme così da ricordarci sempre che “il prodigio di un’aurora risvegliata passa anche attraverso l’impegno e la responsabilità di ognuno di noi” (don Piero Tubino).
Buona Strada a tutte e tutti.
Emanuele, 15 maggio 2024
(foto: E. Barisone)