La Consensus Conference rappresenta per fio.PSDFederazione Italiana Organismi per le Persone Senza Dimora – la sfida e l’opportunità di creare a livello nazionale una strategia capace di generare cambiamento seguendo il tempo della programmazione europea (2021-2027).

Il percorso per creare le condizioni necessarie ad avviare un processo di cambiamento sociale e culturale nell’approcciare il fenomeno delle persone senza dimora si è snodato in diverse fasi.

 

Cos’è una Consensus Conference?

La Consensus è il momento in cui un’area di un’organizzazione è chiamata a fare una foto delle metodologie per affrontare un problema specifico andando a verificare cosa, in quel processo, funziona e cosa non funziona per poi confrontare e valutare il proprio modello apprendendo metodi che diano maggiori benefici.

In ambito sociale, si procede con medesima analisi e vengono scelti – con un modello di lavoro partecipativo –  gli interventi su cui puntare.

Si fotografa il punto dove siamo e si decide su cosa puntare per il futuro.

In tempi recenti – a livello europeo all’inizio degli anni 2000 – si svolse una Consensus Conference dove nacque l’idea e la proposta di avviare progetti  di HOUSING FIRST. Lì è stato deciso di importare dall’US il metodo HOUSING FIRST.

Consensus è quindi un processo che va a fotografare, ragionare in modo partecipato e migliorare il modello di intervento.

Le fasi iniziali e di accompagnamento al processo della Consensus hanno visto l’avvicinarsi al tema attraverso diversi incontri online su specifici temi; nello stile di fioPSD, sono stati incontri partecipati andando a scardinare il classico modello di relatore-uditore. La sfida è sempre quella di creare modelli partendo dalle esperienze concrete dei territori.

La registrazione di questi incontri sono, tra l’altro, accessibili al canale YouTube di fio.PSD.

Nella seconda parte, fioPSD ha incontrato le realtà territoriali, ha conosciuto i territori e le organizzazioni che lottano quotidianamente per affrontare il tema della grave marginalità adulta. Il lavoro consisteva nel dar voce agli esperti ma anche e soprattutto dare voce di chi opera in prima linea.

Consensus Regionali

Per la Liguria, l’incontro si è svolto il 5 maggio presso Casa della Giovane e ha visto coinvolti tutti gli enti del Patto di Sussidiarietà per le persone senza dimora o in condizioni di povertà urbana estrema.

La giornata, che ha visto un ottimo riscontro di partecipanti, è stata introdotta con la Domanda chiave:

Perchè nonostante le nostre migliori intenzioni, ci sono ancora persone che dormono per strada nelle nostre comunità?

Il nostro tipo di intervento per affrontare la problematica della povertà estrema e della homelessness si rifà a un modello che ha circa 421 anni, cioè corrispondente alle LEGGI di Elisabetta I che affrontavano in modo organico il problema della povertà.

Si voleva ridurre l’impatto, anche visivo, che queste persone avevano all’interno della comunità, per questo il modello prevedeva due ambiti di intervento

  • mense, per soddisfare il bisogno alimentare
  • dormitori, per evitare che i poveri dormissero in strada con conseguente impatto visivo e abbassare la mortalità

 

Oggi i modelli di intervento a favore delle persone senza dimora sono esattamente sovrapponibili a questo. Da sempre, si adottano gli stessi strumenti per le persone senza dimora, si interviene sempre nello stesso modo.

Storicamente, si affronta il problema delle persone che vivono in strada agendo sui sintomi e non sulle cause.

Viene quindi proposto un nuovo strumento per affrontare la problematica nella sua interezza, andando identificare le cause, i problemi culturali e i trends che portano le persone a uno stato di deprivazione assoluta.

Lo strumento in questione, nato per creare cambiamento, si chiama STRUMENTO ICEBERG.

Studiato e realizzato da Marta Ceroni – dottoressa che negli USA da 20 anni in organizzazione no-profit che si occupa di vari interventi su marginalità e clima e che collabora con fioPSD – ICEBERG vuole portare a un cambiamento sistemico

Cosa si intende per cambiamento sistemico?

Sono le condizioni che fanno sì che un problema continui ad esistere.

 

Il modello Iceberg perchè solo il 10% del problema è visibile. Il valore dello strumento è poter guidare le conversazioni al di là degli eventi e delle evidenze.

  • Eventi, in superficie, quello che vediamo
  • Trends, ci sono connessi fra gli eventi? Come è cambiata la condizione delle PSD?
  • Elementi strutturali, le strutture di potere, le risorse, le politiche sociali. È il livello delle risposte. Cosa ha funzionato e cosa non ha funzionato
  • Modelli mentali, i sistemi valoriali, i pregiudizi, condizionamento culturale, religioso. Passare dal sistemico al personale e viceversa. Strumento concettuale come Iceberg deve riuscire ad avere dei riferimenti nel pratico. Con quale lente osserviamo la homelessness? Che mentalità utilizziamo per affrontare il problema?

 

Non si può pensare di affontare un problema, un fenomeno, soltanto attraverso gli eventi; quello stesso problema deve essere affrontato da un punto di vista concettuale, per identificare in maniera sistematica tutti gli elementi che spesso non sono visibili, elementi che generano il problema stesso.

Il cambiamento può essere attuato solo se si riesce a partire, non solo dagli eventi, ma dall’analisi e da un’osservazione globale.

 

CREDERE CHE IL CAMBIAMENTO SIA POSSIBILE

Il grosso obiettivo che abbiamo visto fino ad oggi era quello del CONTENIMENTO del problema: contenere la morte, contenere il fenomeno, contenere la vista, ecc…

La parola chiave che vogliamo invece oggi portare è CAMBIAMENTO. Questo grazie a un intervento non più SINTOMATICO (il povero che vive in strada) ma SISTEMICO (agire sulle cause che portano le persone a uno stato di deriva sociale)

 

COSA SI INTENDE PER CAMBIAMENTO SISTEMICO?

Un cambiamento delle condizioni che fa sì che un problema continui ad esistere.

Si spendono troppe energie per affrontare l’emergenza.

Bisogna agire sul contesto, sulle cause. Solo così si potrà accedere a un reale cambiamento. Si continua a lavorare sui sintomi e non sulle cause. Il miglioramento che si ottiene curando i sintomi, crea benessere alla parte decisionale e non alla persona.

Investendo troppo sull’approccio sintomatico, si tolgono energie all’approccio sistemico.

Bisogna uscire da un modello emergenziale ma provare a cambiare il sistema dalla base.

Questi i temi affrontati che hanno accompagnato alla CONSENSUS CONFERENCE di Roma, 25 e 26 maggio 2022 di cui rimanderemo un report nei prossimi giorni.

 

Genova, 5 maggio 2022.

Consensus Conference territoriale per la Liguria